Direi proprio che non ci siamo, ormai i capolavori come "The Principle of evil made flesh" e "Vempire" scompaiono quasi completamente nel songwriting dei Cradle of Filth, pochissimi accenni dei predecessori full lenght appaiono in quest'ultima fatica (chiamiamola così n.d.a.), un album che a volte sembra carico di ispirazione, di spunti, ma che appare subito deludente e non dà tempo alle idee di evolversi in un continuo crescendo, cascando subito nel banale e nello scontato, un album che inzia con il piede giusto, ma che dopo pochissimi secondi rende l'ascoltatore vittima di un oblio musicale a causa del suo andamento prolisso;
ormai di black non c'è neanche la minima vibrazione, la cattiveria e la ferocia compositiva lascia il posto a melodie gothic e a riff thrasheggianti di banale fattura.
Con il predecessore "Ninphetamine" immaginavo una certa tendenza da parte della band in sonorità meno violente e più adatte ad un pubblico meno maturo, teenagers amanti della "commercialità" dei suoni, ma non mi aspettavo una delusione tale; ridicola la partecipazione di Ville Valo degli HIM in "The Byronic man", degna dimostrazione di quanto vi ho appena descritto, e addirittura penosa la cover conclusiva degli Heaven 17 "Temptation" che mi fa chiedere come mai non abbiano ancora cambiato il font del loro nome aggiungendoci qualche cuoricino e qualche pentacolo per non far dimenticare ai fan chi essi siano (o chi effettivamente siano stati), imbarazzante l'appellativo scelto da ogni membro della band, ma stiamo giocando?
L'unica nota positiva che mi ha colpito veramente è la voce di Dani, sicuramente meno ispirata che in "Cruelty..." e in "Midian", meno complessa e più rilassata, mai alla ricerca di un'estremo sonoro e a volte tendente al pulito, peccato che non sia stata sfruttata al meglio.
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