Questo live è stato un evento, come si dice nel gergo dei superfighi “one night only”; un evento nel quale il Vecchio Mondo è andato nel Nuovo Mondo a diffondere il proprio verbo musicale estremo.
Perché i greci
Septicflesh, sono i padrini del genere estremo che si sono evoluti ma non hanno mai deviato dal loro sentiero.
Nel 2019 hanno voluto celebrare questo loro cammino in Messico facendosi accompagnare dalla
Toluca Philarmonic Orchestra.
Un live sinfonico, dove il death metal mediterraneo, ricco di influenze antiche ed atmosfere ultraterrene inquietanti si fonde alla perfezione con l’orchestra che punteggia il lavoro dei nostri con gravitas, oppure dona tensione nei passaggi strumentali ma senza invasioni di campo.
Un equilibrio che la folla percepisce emotivamente e partecipa, viva, presente, non in maniera posticcia come mi è capitato nell’ascolto di tanti presunti album “dal vivo”, ma rielaborati in studio.
Basti pensare all’apertura dopo l’introduzione orchestrale della veemente “
Portrait of a headless man”; chitarre serrate, la macchina ritmica è un motore oliato e perfetto con il vocione del bassista
Seth Siro Anton cavernoso e possente; il pubblico è in visibilio e l’orchestra crea un tappeto strumentale a questo brano tellurico e melodico con il coro a enfatizzare il pathos.
E che dire di “
Prototype”? Brano devastante, dove il death metal dei nostri è serratissimo ma con la marcia in più della base sinfonica acquista ancor di più magniloquenza e malignità.
“
The pyramid god” ha un’influenza goth nel suono degli ellenici, con i violini che s’intrecciano tra i riff di chitarra, il ritornello trascinante e la chiusa violenta in blast beat.
“
Dogma of Prometheus”, è sinfonia estrema pura col coro che supportato dall’orchestra dona pathos drammatico prima dell’affondo metal dai connotati death/ doom.
La melodia viene plasmata a dovere sia in maniera drammatica che in altri passaggi ricchi d’influssi maligni come nella bellissima “
Lovecraft’s death”; dove viene narrata la sorte avversa del “solitario di Providence” preda dei suoi Grandi Antichi; gli strumenti elettrici infondono riff malsani con le punteggiature orchestrali minacciose o epiche, come nella devastante “
Persepolis” dal climax guerriero e violento.
Come fare poi a non cantare il tema melodico portante di “
Anubis”, vieni trascinato in questo vortice musicale ad alto contenuto emozionante.
Un grande disco live, dove veramente si respira la vita, l’emozione e l’emotività che un disco del genere dovrebbe comunicare ; perciò mano al portafogli e Buy!!!
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?