Il primo debut sulla lunga distanza per la vocalist canadese
Rosa Laricchiuta è un dischetto carino e innocuo di hard rock poppeggiante, ben prodotto ma, ahinoi, poco sorprendente; niente tracce da ricordare, voce potente e graffiante, ma non di quelle che ti si stampano in testa, e arrangiamenti fatti con il solito stile
Frontiers, puliti e radio-friendly. Ma poco altro, mi sa.
Rosa è una scoperta della versione canadese del talent "
The Voice", e già questo mi fa storcere il primo naso; anyway, la singer viene notata e finisce, nel giro di poco tempo, nel cast della
Trans-Siberian Orchestra. Saranno proprio un paio di membri della TSO a segnalarla alla nostrana Frontiers, che userà la perizia di
Alessandro Del Vecchio, collaboratore di vecchia data della label napoletana, per portare a casa questo debut album.
Musicisti di ottimo livello, testi banalotti e un hard rock ben prodotto, ma un pò troppo simile a se stesso: questo potrete trovare in "
Black Rose Maze", dove fa capolino anche
Jeff Scott Soto, a duettare con Rosa in "
Laws of Attraction". E Jeff non fa altro che confermare, almeno alle orecchie di chi vi scrive, che canta sempre la stessa canzone da 20 e passa anni: una voce che non mi ha mai trasmesso nulla, tecnicamente poco preparata e tutta potenza e 'spinta'. Gli altri brani sono un discreto showcase per la voce della nostra singer, ma poco, poco altro.
Alla fin fine,
Black Rose Maze è un album discreto, ma poco di più, e non credo si tratti di potenziale inespresso, ma di un songwriting debole, e di una voce piacevole, ma poco incisiva. Dimenticabile.
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