Mos Generator - Plundering of the Vaults : Vol II (Split with Di’Aul)

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:15 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. I SPOKE THE DEATH
  2. THE PARANOID
  3. FEARLESS (PINK FLOYD COVER)

Line up

  • Tony Reed: guitar, vocals, keyboards
  • Jono Garrett: drums
  • Sean Booth: bass

Voto medio utenti

Una chicca per appassionati di stoner-doom questo split Lp che esce per Argonauta. Il disco è diviso tra due band di sicuro interesse: i veterani americani Mos Generator e gli emergenti italiani Di' Aul.
Quello della band di Tony Reed è un nome ormai popolare tra i cultori del genere: nati nel 2000 a Port Orchard, Washington, hanno già realizzato nove album, due live ed una pletora di Ep e singoli. Solide basi sabbathiane, modernizzate da un tiro molto stoner-rock. Ma soprattutto grande abilità nel songwriting e nell'impianto melodico delle canzoni, sempre molto definite e riconoscibili nel segno di uno spirito da rocker settantiani.
I milanesi Di' Aul sono invece attivi dal 2010 ed un paio di anni fa hanno firmato per Argonauta, pubblicando per tale etichetta l'ultimo album "Nobody's heaven" con buon successo di critica e pubblico. Il loro stile è più greve, pesante, vicino allo sludge di ultima generazione, anche se dal loro passo elefantiaco emergono comunque oscuri echi di un doom più antico.
Tre brani per gli statunitensi: la catchy "I spoke to death", nel classico stile di lavori come "Electric mountain majesty" o "Abyssinia" pieno di groove e grinta rock, la lenta e funerea "The paranoid" che evidenzia gli aspetti più Black Sabbath del trio ed una cover di "Fearless" dei Pink Floyd (dallo storico "Meddle" del 1971). Si tratta di pezzi scritti alcuni anni fa e mai pubblicati prima. Molto brillante il primo, dove riconosciamo pienamente il tradizionale Mos-sound, un pò più sperimentali gli altri due per le loro vibrazioni doomy e psichedeliche.
Due le tracce dei Di' Aul, molto estese. "The house on the edge of the world" è una mammut-track alla Crowbar/Soilent Green, massiccia e stringente come una pressa delle ferriere. La parte vocale, drammatica e ferale, stempera leggermente l'incedere lavico e sferragliante. Atmosfera apocalittica, heavy alla massima potenza, brano vincente.
"Three ladies" accentua la componente groovy, pur rimanendo saldamente entro il territorio sludge. Riffone turgido alla Electric Wizard e sviluppo mortifero alla Grief/Burning Witch, altro episodio che mostra le indubbie potenzialità della formazione lombarda.

Disco di nicchia, oltretutto disponibile solo in versione vinilica, ma con due bands di ottima caratura.

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