Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:43 min.
Etichetta:Diamonds Prod.

Tracklist

  1. WHEN DARKNESS FALLS
  2. OMBRA (TENEBRA PT. 2)
  3. THE WRONG SIDE OF LOVE
  4. SEVEN CHAIRS AND A PORTRAIT
  5. THE ASYLUM OF THE DAMNED
  6. KRIEG (MY LAST SONG)

Line up

  • Giambattista Malachina: bass
  • Massimo Malachina: guitars
  • Flux: keyboards
  • David Krieg: vocals
  • Edoardo Napoli: guitars
  • Enrico Meloni: drums

Voto medio utenti

Ci sono voluti più di trent’anni per avere tra le mani il debut album dei liguri.
La band nata nel 1987 pubblica il suo primo full quest’anno con una formazione nuova e con l’aiuto di ospiti che impreziosiscono questo lavoro di puro doom metal.
Dopo numerosi ascolti devo dire che la cosa che mi balza all’orecchio è un riferimento agli svedesi Candlemass ma con in più la personalità e l’esperienza dei nostri.
Perché si percepisce attraverso le sei tracce qui presenti, quella solennità malinconica ed epica tipica degli scandinavi ma corroborata dal climax emotivo di pura marca italica con incursioni anche fuori dal genere di riferimento.
L’opener è un chiaro esempio, mid tempo lento, con riffing metallizzati e con un senso dell’inevitabile a livello emotivo.
Il bravo David Krieg, già all’opera con Tony Tears, Neith e tanti altri è il frontman adattissimo per la voce ma soprattutto ha una personalità unica che mette nell’interpretazione.
Altro gran bel brano è il seguente “Ombra (Tenebra parte II)”, dove il cantante duetta con la voce piena di Raffaella Cangero de La Janara; un duetto ad alto tasso emozionale che in questo senso offre una sorta di risposta alla titletrack dell’omonimo album dei campani.
Anche qui le chitarre intessono una trama dove l’acustica si bagna in squarci elettrificati con un assolo di grande fattura.
The asylum of the damned” è un prog/doom con grande spolvero di bravura, la tela è assolutamente adeguata con quei riff drammatici che però vengono innervati dal basso sinuoso di Diego Banchero de Il Segno Del Comando e dall’intervento solista del sassofono.
In chiusura ecco “Krieg (My last song)”, un pezzo che è sentito, molto personale e soprattutto intriso di drammaticità.
Il singer offre una prestazione magistrale dosando la voce con grande maestria e le chitarre possenti e pesanti cuciono trame cupe e gli assoli armonizzati sono semplicemente perfetti.
Album che abbiamo aspettato tanto, ma se la qualità è questa, ne è valsa la pena assolutamente, sarebbe il commento sonoro perfetto per leggere al lume di una candela “I Sepolcri” del Foscolo, bravissimi.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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