Si, questo è un album per nostalgici.
Si, nella prima metà degli anni '90 in Grecia, questo "suono" è stato sviscerato in lungo ed in largo.
Si, qui dentro troverete poca originalità e nessuna voglia di sperimentare.
No, di tutto quello scritto fino ad ora non ci importa proprio nulla. Un nulla assoluto.
I
Katavasia sono tornati dopo lo spettacolare debutto, "Sacrilegious Testament", di qualche anno fa e con loro è tornata la magia del black metal ellenico.
E, lasciatemelo dire, non poteva essere altrimenti visto i personaggi che sono coinvolti nel progetto e la loro storia nella scena greca... basta che guardiate su metal archives, o dove vi pare, e capirete di cosa parlo.
Mica posso fare tutto io, non trovate?
Dopo tutto questo "bel" preambolo, qualcuno di voi si starà chiedendo come è "
Magnus Venator" e come "suona".
Vi accontento subito.
I vecchi Rotting Christ, quelli di album come "Non Serviam", magnificamente intrecciati con i nuovi Varathron che, negli ultimi anni, riescono a sfornare solo capolavori.
Non basta?
"Magnus Venator" è un album oscuro e mistico. Un album in cui violenza, epicità e deliziose atmosfere mediterranee, dai toni folk, si fondono in una colata di puro metallo incandescente che scorre inarrestabile ed affascinante, esaltata dalle urla di uno
Stefanos "Necroabyssious" Karasavvas (spero non abbia bisogno di presentazioni) in stato di grazia (non certo divina), e dai meravigliosi intrecci delle chitarre di
Astrous e
Achilleas C. (anche asce dei grandi Aenaon) che dipingono , pure in fase di assolo (memorabili), melodie calde e distruttive proprio come solo i grandi gruppi citati in precedenza riescono e fare, riportandoci indietro nel tempo ma, da un verso, tenendoci nel presente per via di una produzione cristallina e di un suono perfetto al servizio di canzoni una più bella dell'altra, una più greca dell'altra, e tutte in grado di dare vita ad una atmosfera magica (molto fanno gli intarsi di tastiera) e maligna che permea tutto l'album donandogli carattere ed esclusività.
Se quanto detto fino a questo punto è poco o, peggio, ha poco senso per voi, non preoccupatevi: il mercato è invaso da tonnellate di plastica e da pseudo artisti (dell'estremo e non) che possono deliziare i vostri palati "uccisi" dalla vile mercificazione del vero Heavy Metal.
I
Katavasia, al contrario, hanno un cuore vero e non inquinano.
La loro musica, anzi la loro arte, è vera e pulsante e non potrà non stamparsi sia all'interno dell'animo di chi ha vissuto un certo periodo storico, sia nell'animo di chi ama la musica vera e non precotta.
Il black metal ellenico vive e brucia orgolgioso nell'oscurità con la forza e la magniloquenza di album come
"Magnus Venator", album, cioè, che sono piccole gemme che nessuno, in un mondo giusto, dovrebbe ignorare. Mai.
Ve lo diranno in pochi, ma per il sottoscritto questo è uno dei dischi dell'anno, senza dubbio alcuno.
Maestosa dimostrazione di superiorità.
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