L’ambizioso
“Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic”, purtroppo, non è all’altezza del suo predecessore. Se infatti
“Phanerozoic I: Palaeozoic” era “pesante” ma curato in ogni minimo dettaglio, quello che risulta evidente ascoltando il nuovo full-length è lo squilibrio tra alcuni brani (nello specifico i primi due, meravigliosi) e il resto del lavoro.
Se in
“Triassic” la costruzione è tradizionalmente progressiva, le sonorità sono moderne alla maniera di
The Dillinger Escape Plan e
Between The Buried And Me, prima dell’ancora più convincente ed epica
“Jurassic | Cretaceous”, che - con un bel cameo di
Jonas Renkse dei
Katatonia - “frulla” a dovere musica sinfonica,
Tool, elettronica e momenti estremi in stile
Opeth “di una volta”.
Il seguito però è molto meno esaltante, dalla lineare
“Palaeocene” (fin troppo urlata) alla martellante e rocciosa
“Pleistocene” (con tanto di blast-beat superfluo), passando per la strumentale e cinematografica
“Oligocene”, senza infamia e senza lode, e
“Miocene | Pliocene”, incerta nella strada da prendere.
La conclusiva
“Holocene” prova a mettere ordine rievocando i
Porcupine Tree, ma se da un lato è troppo tardi, dall’altro la carne al fuoco diventa talmente tanta da risultare a tratti insostenibile.
Poco più che sufficiente.
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