Per molto tempo, in svariati settori merceologici, “tedesco” è stato sinonimo di accurato e rigoroso e anche se oggi, con la “globalizzazione” imperante e qualche altro “fatterello” di cronaca, il postulato vacilla, ci sono ancora esempi fulgidi della celebre affidabilità teutonica.
Uno di questi è sicuramente rappresentato dai
Mad Max, veterani del
class-metal mitteleuropeo e un’autentica garanzia per tutti quelli che nella musica cercano
riff taglienti, scansioni ritmiche telluriche e cantati melodici e dotati di una buona dose di orecchiabilità.
Analogamente al precedente “
35”, con un forte richiamo, fin dal titolo, agli esordi della
band, “
Stormchild rising” garantirà agli ammiratori di Scorpions, Saxon, Bonfire e Dokken cinquanta minuti di puro sollazzo
cardio-uditivo, da accogliere senza particolari sorprese e non per questo poco incisivo e intenso.
Esperienza, passione, scaltrezza e cultura intridono un programma che mantiene
standard espressivi parecchio elevati, a cominciare da una “
Hurricaned” che nelle intenzioni del gruppo doveva essere un tributo all’arte immarcescibile dei Rainbow e alla prova dei fatti si rivela, anche grazie allo
special guest Ronnie Romero, una delle celebrazioni del leggendario
Arcobaleno più riuscite degli ultimi periodi.
Il fraseggio serrato e l’adescante costruzione armonica di “
Talk to the moon” piaceranno ai cultori di Hurricane e
Ozzy e se “
Eyes of love” mescola con buongusto
Alice Cooper e Scorpions, l’influenza di questi ultimi finisce per essere persino un po’ troppo pressante nella comunque gradevole ”
Gemini”.
“
Ladies and gentlemen” avvolge l’astante in un clima sonico tra Great White e primi Bon Jovi, mentre qualora siate alla ricerca di qualcosa di maggiormente coriaceo e cromato, ad accontentarvi ci pensano la Dokken-
esca “
Mindhunter”, la poderosa “
Rain rain” (non pienamente convincente, invero …), l’enfatica “
Kingdom fall” e l’ombrosa “
Busted”.
All’appello mancano ancora “
Take her”, eccellente
remake dei Rough Cutt, impreziosita dalla partecipazione del loro cantante
Paul Shortino e un’avvincente “
The blues ain’t no stranger” a cui Oz Fox degli Stryper fornisce un
addendum di ficcante vitalità chitarristica.
A chiudere l’albo arriva una seconda versione (con sezione in madrelingua) di “
Ladies and gentlemen”, realizzata ad aprile di quest’anno con il contributo dei ragazzi di una scuola di musica e pubblicata come singolo.
Insomma, i
Mad Max meritano la fiducia storicamente riservata al popolo alemanno e “
Stormchild rising” è un caso di investimento a “capitale garantito” dove ai pochi rischi si abbina un soddisfacente rendimento emozionale.
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