David Green - White Lines, Lost Traces & New Direction

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:27 min.
Etichetta:Timezone Records

Tracklist

  1. YOUR GRACE
  2. LONELY GIRL
  3. GOOD REASONS
  4. LONG RIDE (GELLéRT HILL)
  5. RELAX
  6. CHICA CHICA BUM BUM
  7. DO YOU REALLY?
  8. THE RUSSIAN GIRL
  9. YOUR VOICE
  10. LITTLE (WHITE LINES)
  11. CHICA CHICA BUM BUM (REPRISE)

Line up

  • Davide Verde: vocals & guitars

Voto medio utenti

Sono passati ben 13 anni dal debutto solista di Davide Verde, anglicizzato in David Green, ma da “Cigarette Sessions” a questo nuovo “White Lines, Lost Traces & New Direction” non è cambiata la passione per la musica grunge, in generale, e per Eddie Vedder, in particolare, la cui voce aleggia come uno spettro su tutto il disco.
La sensazione di dejà vù è accentuata dal fatto che il disco è interamente in acustico, con composizioni brevi, essenziali, dove persino le note di chitarra recedono di fronte all’imponente vocione di Davide.
Se non fosse per pezzi come “Chica Chica Bum Bum”, cantata in inglese e spagnolo, e dal ritmo evidentemente latineggiante, questo disco si direbbe chiaramente ispirato alla colonna sonora di “Into The Wild”, alla medesima voglia di viaggiare ed evadere che pervadeva quel film/disco e che ritroviamo nel racconto di Davide.
Certo, si potrebbe obiettare che un musicista napoletano, trapiantato a Milano, che si inserisca in un filone country/grunge che attraversa i movimenti e gli stili musicali e letterari degli Stati Uniti, dagli anni ’50 in poi, da Kerouac a Johnny Cash, passando per Neal Cassady fino ad arrivare ai Pearl Jam forse abbisogni di maggiore credibilità. Tuttavia i dubbi sulla viscerale e genuina passione di Davide vengono fugati dall’ascolto di pezzi come l’iniziale “Your Grace”, “Good Reasons” o la splendida “Do You Really?”, dove la sua vena intimista viene fuori e sa regalare emozioni.
27 minuti suddivisi in 11 pezzi danno l’idea che Davide abbia voluto fornire delle istantanee di viaggio più che un racconto dettagliato, e questa caratteristica è per certi versi il punto forte del disco ma anche il punto debole, perché l’ascolto del disco lascia un senso di fugacità, quasi di incompiutezza, a tratti incapace di lasciare un’impronta chiara e persistente nella mente dell’ascoltatore.
Ad ogni modo il disco rappresenta un ascolto piacevole anche se non imprescindibile.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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