Triumph è la terza uscita per gli Haunt sulla lunga distanza nel solo 2020, a cui va aggiunta una compilation, ed un altro full length atteso per fine anno. Senza contare che il factotum della band,
William Church, suona anche la batteria negli
Oath (di prossima uscita), nei
Saber e la chitarra negli
Hysteria (in arrivo anche loro). Registra da solo i suoi album e pubblica i dischi sotto la sua
Church Recordings.
Un uomo davvero instancabile!
D'altronde l'unico modo per tenere alta l'attenzione e non far dimenticare la tua band alla gente è quella di proporre sempre qualcosa di nuovo. Forse così è un po' tanto però, non si fa in tempo ad ascoltare, comprare e riporre un disco che già un altro è in arrivo, col rischio di perderne qualcuno. Magari basterebbe un singolo ogni tanto per "muovere le acque". Ma
William stesso è contento così, dice che se vende appena 300 copie si è già pagato il lavoro, è chi siamo noi per fermarlo?
Ad ogni modo, pippone non richiesto a parte, il nuovo
Triumph non è altro che un album in cui sono stati uniti due EP già editi, ovvero
Luminous Eyes (2018) e
Mosaic Vision (2019), risuonati e ripresentati all'audience.
Il suono è indubbiamente più caldo, profondo e pieno rispetto a quello degli EP originariamente pubblicati (non che fosse scarso, solo un po' leggerino).
I pezzi sono buoni e si tratta del tipico classic metal degli
Haunt di cui vi ho parlato più volte nelle precedenti recensioni, motivo per cui non assegnerò un voto a questa uscita. Se già conoscete la band americana sapete di cosa parlo e vi consiglio di ascoltare
Triumph, magari per recuperare anche queste canzoni in una sola botta invece che reperire due EP. Se invece non li avete mai sentiti, sarebbe probabilmente meglio approcciare la band attraverso i loro full length regolari in modo da apprezzare anche la leggera evoluzione che hanno avuto negli anni.
A presto, con un nuovo lavoro.
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