Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:48 min.
Etichetta:Putrid Cult

Tracklist

  1. ABYSMAL INVOCATION I
  2. GENOCIDE I
  3. GENOCIDE II
  4. ABYSMAL INVOCATION II
  5. GENOCIDE III
  6. GENOCIDE IV
  7. GENOCIDE V
  8. BOMBENHAGEL (SODOM COVER)
  9. ABYSMAL INVOCATION III
  10. AVE SATHANAS (ACHERON COVER)

Line up

  • Lord K.: drums, vocals, electronics
  • Morgul: guitars, bass

Voto medio utenti

I DeathEpoch sono un duo polacco alle prese con un particolare mix di Noise, Industrial, Death e Black Metal, che si materializza in "Abysmal Invocation", primo parto del gruppo, lavoro, lo dico onestamente, piuttosto diverso dalla media delle uscite estreme dei giorni nostri, soprattutto quelle che provengono dalla madre patria dei Nostri.
I DeathEpoch non hanno paura ad inserire elementi "particolari", ed estranei al mondo del metal, nella loro amalgama: i ripetuti break di matrice industriale, i ritmi tribali di alcune partiture elettroniche, lo sconfinamento in territori di pura harsh noise, sono, infatti, fusi con la musica estrema più "tradizionale" fatta di riferimenti agli anni '90 e ricca di elementi death, doom, thrash e black, con tanto di vocione catacombale, mentre, contemporaneamente, il disco si avvale di una atmosfera sottilmente ritualistica che esalta la spigolosità di tutti gli altri elementi.
Risulta chiaro, almeno alle mie orecchie, che il gruppo adoperi tanti strumenti per un unico fine: soffocare ed inquietare l'ascoltatore che, ne sono sicuro, resterà spiazzato da una proposta inusuale.
Va detto che il mix creato dai DeathEpoch non sempre funziona benissimo poiché, a volte, alcuni "accostamenti" risultano forzati, però, in generale, l'idea che sta alla base della loro musica funziona e la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di "pericoloso" è tangibile, segno che "Abysmal Invocation" è un album in grado di trasmettere qualcosa senza restare anonimo come accade molto spesso ad altri lavori di gruppi ben più blasonati.
I DeathEpoch, dunque, vanno apprezzati per il loro coraggio, per il loro essere davvero estremi e per il loro non cercare territori facili da percorrere: certo, siamo in un ambito di nicchia destinato a pochi ascoltatori, ma, credo, che chi avrà voglia di dare una opportunità al duo, riuscirà a scoprire musica interessante per quanto largamente poco ortodossa.
E poi, diciamolo, la cover dal sapore EBM e tribale di "Bombenhagel" (Sodom of course) è una figata...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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