Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:39 min.
Etichetta:Hummus Records

Tracklist

  1. BURIED BETWEEN ONE
  2. FIVE DAYS OF OPEN BONES
  3. SURROUND THE ARMS OF REVOLUTION
  4. FEED MY SPIRIT SIDE BY SIDE
  5. THE AXE WILL BREAK

Line up

  • Jamasp Jhabvala : violin & electronic
  • Christian Muller : clarinet & electronic
  • Loïc Grobéty : bass
  • Maxime Hänsenberger : drums

Voto medio utenti

Etichettare gli svizzeri Convulsif esclusivamente come una solida realtà grindcore è decisamente riduttivo e forsanche offensivo per una band che fa della sperimentazione e della scomposizione sonora un punto d’orgoglio.

La band costruisce, rompe e ricostruisce la propria musica come si può fare coi celebri mattoncini Lego, unendo pattern noise a quelli jazz, attingendo a piene mani alle intense sfuriate più metalliche così come a disturbanti samples ma sempre con piena autorità e controllo sulle proprie abilità strumentali.

“Extinct” si apre con “Buried between one”, canzone permeata da una atmosfera disturbante così da far capire all’ascoltatore che l’ascolto non sarà un viaggio comodo, “Five days of open bones” è un lungo viaggio di basso e batteria (oltre dodici minuti) in cui, partendo da lontano e crescendo col passare dei secondi, si inserisce una linea distorta e dissonante per poi esplodere in un folle drumming e in un riff elettronico/ipnotico.
“Surround the arms of revolution” invece è un brano sostenuto da un deciso mood marziale/industrial arricchita da distorsioni accattivanti, “Feed my spirit side by side” mette in mostra l’abilità della sessione ritmica Loïc Grobéty/Maxime Hänsenberger scatenati in una bass&drum di marca jazz.

La lunghissima “The axe will break” vede ancora con il basso di Loïc Grobéty a farla da padrone, con una giro semplice quanto ipnotico ripetuto all’infinito su cui poi si inseriscono gli accompagnamenti degli altri strumenti e, nuovamente, una linea distorta che segue una dinamica propria e indipendente partendo piano fino a prendere completamente la scena. Gli ultimi cinque minuti della scena sono più “canonici” e ascrivibili al metal e al grind in generale senza per questo stravolgere in pieno le sonorità che li hanno preceduti.

Come avrete capito, “Extinct” non è per tutti, ma ciò non significa che debba esser snobbato a priori.

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