Terza release solista per Ty Tabor, acclamato singer/guitarist/songwriter dei texani King’s X. Un’uscita fresca e accattivante, dove il bravissimo Ty si libera di obblighi “di squadra” per dare alle stampe un disco fresco, ben fatto, in cui evidente è il divertimento e la voglia di suonare e cantare la musica che più gli piace. Rock di classe, eclettico, cesellato e rifinito, come sempre ci si aspetta da Ty Tabor, con tracce che spaziano dal rock più catchy (“Ride”), a soluzioni più ricercate ed articolate, come le belle “Take it Back” o “I know what I’m missing”, dove forte si sente l’influenza del prog rock di matrice britannica, che tanto ha influenzato Ty e soci. Inconfondibile per chi vi scrive è il suono della Yamaha del chitarrista texano, pieno, corposo ed ormai un marchio di fabbrica, con accordature a volte abbassate, ma con un mood ed una ricerca di suoni encomiabile sotto tutti i punti di vista. Una chitarra, per inciso, dalla versatilità e suonabilità ben sopra la media, provare per credere. Ma tornando al nostro “Rock Garden”, si ha davvero la sensazione di essere in un variegato giardino di suoni, da cui l’ascoltatore potrà cogliere a suo piacimento i fiori che più attirano la sua attenzione. Songs piacevoli, spruzzate di Robben Ford, Beatles, Steve Morse, e reminiscenti nelle parti più bluesy di certe soluzioni care a Scott Henderson. Un album non solo per intenditori, di certo, ma gli amanti della sei corde sono avvisati: classe e buona musica sono garantiti al 100%. In attesa del nuovo lavoro della band madre, gustatevi per finire la traccia nascosta: troverete gente seduta in un bel giardino che si diverte a suonare, da Doug Pinnick a James Henry, a Willy “Galactic Cowboys” Farkas. Ben fatto, Ty!