È un deciso cambio di rotta quello intrapreso da
Mariusz Duda. Se in passato avevo “contestato” all’artista polacco la mancanza di una vera e propria identità che distinguesse in maniera evidente lo stile dei
Lunatic Soul dal sound della sua band madre
(i Riverside, ndr), con
“Through Shaded Woods” viene spazzata via ogni possibilità di equivoco.
L’elettronica minimale a cavallo tra Depeche Mode e Massive Attack che aveva caratterizzato gli album precedenti lascia ora spazio a un neo-folk groveggiante e avvolgente (
“Navvie”, “Oblivion”), in cui predominano gli strumenti acustici (
“The Fountain”). Se la titletrack è forse l’episodio più vicino al recente passato dei
Lunatic Soul, sono i due brani lunghi a sintetizzare al meglio il nuovo corso del progetto, con la bipartita
“The Passage” - capace di mettere a sistema l’eleganza di certi Anni Ottanta con sonorità ruvide e ipnotiche - e
“Summoning Dance”, elettrica al punto giusto e dall’architettura impeccabile.
Davvero niente male.
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