- Nuclear Blast
- Supergruppo
- secondo disco, 10 anni dal precedente
Sento puzza di polipropilene.
Sulla carta un cosiddetto “supergruppo” è un fenomeno stupendo, una manna dal cielo: alcuni dei più grandi musicisti che si riuniscono per fondere la propria esperienza, creatività e fantasia in un’unica entità. Ma la realtà è che l’effettiva riuscita di questi fenomeni è un evento più unico che raro, uno di questi sono i
Bloodbath per esempio.
Ok, supergruppo, ma composto da chi?
La sezione ritmica è formata da:
Al basso tale
Shane Embury, che evidentemente non ne ha mai abbastanza e se ne esce con un disco di un progetto diverso ogni 3 mesi ormai.
Alla batteria
Tony Laureano, uno che ha suonato in uno dei dischi più belli dei primi anni 2000, cioè “
In Their Darkened Shrines” dei
Nile, ma negli ultimi 18 anni ha girato in lungo e in largo il panorama estremo.
Al Growl troviamo
Marc Grewe, che i death-metallres più incalliti ricorderanno per essere stato lo storico cantante dei tedeschi
Morgoth, quelli di “
Resurrection Absurd”, “
The Eternal Fall” e “
Cursed”.
Terje Andersen invece è il chitarrista dei norvegesi
Susperia. Un gruppo con 20 anni di dischi sostanzialmente ignorati dai più.
La chitarra principale è di
Silenoz, fondatore dei
Dimmu Borgir. Se vogliamo essere puntigliosi, gli
Insidious Disease sarebbero un progetto parallelo proprio di
Silenoz, sempre più annoiato da un borioso Black Metal con le tastiere, che però gli dà, inspiegabilmente, da vivere.
Come dicevo qualche riga fa, è quantomeno buona cosa diffidare di queste operazioni, che io sono comunque restio a condannare: un po’ perchè è comunque arte e voglia di esprimersi con qualcosa di diverso dal suo solito, cosa che considero onorevole, un po’ perchè è comunque death metal suonato e composto da alcuni dei miei eroi quindi almeno una possibilità cerco sempre di darla.
Però è vero anche che in questo disco di sente poco quel piacevole profumo di morte e putrefazione, rispetto al tanfo soffocante di plastica e gomma.
Perchè in realtà quando si ascolta questo “
After Death” la prima volta non si percepisce una brutta sensazione, anzi se uno lo ascolta abbastanza distrattamente può sembrare un bel disco. Però poi, quando si supera l’ostacolo delle odiose produzioni piatte e tutte uguali della
Nuclear Blast, si riesce a intravedere la sostanza, quella poca che c’è. Poca, veramente poca, praticamente intangibile sostanza musicale. Per carità, non mi sentirei di dire che sono canzoni brutte, mal suonate, mal registrate, ma sono canzoni che sanno di poco, che suonano tutte uguali, tutte senz’anima, però incorniciate dall’ennesima bellissima copertina di
Dan Seagrave.
Sarebbe proprio sbagliato dare un’insufficienza a “
After Death”, ma nulla di più, è un disco assolutamente trascurabile e con poco senso di esistere.