Fedeli alla consuetudine che li vede pubblicare un nuovo lavoro ogni due anni sin dal debut "
A Discouraged Believer" (2014), tornano al crepuscolo del 2020 i tedeschi
Décembre Noir con il quarto full length (e secondo sotto le insegne della conterranea
Lifeforce Records) della carriera intitolato "
The Renaissance of Hope".
Speranza, il sentimento che consente di andare avanti e di superare prove immani e sofferenze indicibili ma anche di provocare opposti stati d'animo: ciò che per un individuo è speranza, per un altro diviene fonte di strazianti dolori.
"
The Renaissance of Hope" è un album serio perciò, da maneggiare con rispetto e delicatezza perchè ruota proprio attorno a questo tema.
E che l'ascolto sarà impegnativo lo racconta già l'artwork di copertina curata dal (nuovo) bassista
Stephan Hünniger che sfiora la questione dell'eutanasia attiva.
Quale martirio rappresenta per chi ama dover porre termine alla vita del proprio amore per rispettare la sua volontà e regalargli la speranza di smettere di soffrire e di protrarre un'esistenza priva di futuro?
Speranza da un lato, disperazione infinita dall'altro.
Musicalmente la band di Erfurt prosegue quanto avevamo sentito con "
Autumn Kings" rendendo la propria proposta ancora più cupa, ancora più malinconicamente opprimente.
Le parti vocali pulite sono scomparse del tutto lasciando il campo a tutta la disperazione che il growl di
Lars Dotzauer riesce ad esprimere ed il melodic doom/death mai troppo veloce che il gruppo propone - traendo ispirazione dagli irraggiungibili
Katatonia come da
October Tide o
Daylight Dies- calza alla perfezione per dipingere questo quadro a tinte plumbee.
L'incedere dei brani è pesante, ruvido nelle parti più doom, non fa sconti -anche per la voluta lunghezza- all'ascoltatore ma diviene sublime ed emozionante quando con lo scorrere delle canzoni le chitarre di
Martin Ortlepp e
Sebastian Görlach prendono il sopravvento.
Le melodie allora si annodano all'anima e la tensione emotiva non trova miglior sfogo che le lacrime: "
Behind The Scenes", "
Hope/Renaissance" o "
Wings of Eschaton" sono testimonianze migliori delle mie parole.
E a chi dovesse vivere ancora di stereotipi, vaneggiando di testi a base di satanassi, orge, smembramenti et similia, consigliate una lettura alle liriche emozionanti che i
Décembre Noir hanno scritto per questo album: li ridurrete ad un silenzio pieno di vergogna.
Per quanto mi riguarda la ricerca è finita:
"
The Renaissance Of Hope" è il disco del 2020.
Décembre Noir - "
Wings Of Eschaton"