Mi è bastato guardare la copertina dell'album, il logo del gruppo, sapere che suonano Medieval black metal con forti influenze Dungeon Synth, per capire che
"Galdrum", esordio discografico per gli americani
Stormkeep, avrebbe soddisfatto la mia fame di musica estrema di qualità.
L'ascolto dell'album, poi, ha fatto il resto.
Quattro brani epici, neri come la grande peste, melodici nel loro estremismo, concepiti per portarti indietro nel tempo e farti sentire un cavaliere senza macchia.
Tutto questo, e tanto altro, è
"Galdrum", un lavoro splendido dall'inizio alla fine, un lavoro che ci ricorda i vecchi Abigor e il primo Mortiis, un lavoro scritto, suonato e concepito per chi cerca la pura essenza di un genere che, a mio modo di vedere non morirà mai fino a quando troverà interpreti come il quartetto USA.
Gli
Stormkeep non sono un gruppo dei nostri giorni: no, loro appartengono al passato, ad un passato orgoglioso e ricco di magia al quale guardano ed al quale si ispirano per scrivere canzoni che superano, anche, i dieci minuti nelle quali ascolterete, fusi in una unica colata di metallo incandescente, riffing tagliente, blast beats furibondi, scream urticante, incredibili melodie medievaleggianti (sottolineate da una componente Ambient che ne esalta il risultato finale), momenti di quiete apparente che vi indurranno ad innalzare le spade al cielo e che vi avvolgeranno con sintetizzatori carichi di fascino ed oscurità, e, soprattutto, grande musica senza compromessi dall'anima guerriera che, realmente, vi farà perdere la cognizione del tempo trasportandovi tra le rovine di misteriosi castelli avvolti nella nebbia del mattino.
Chi vi scrive adora, da sempre, il black metal dal taglio medioevale per via della sua duplice natura, da un lato feroce e dall'altro soave, duplice natura che, dentro l'esordio degli
Stormkeep, si manifesta in tutta la sua dicotomica magnificenza restituendoci una miscela di urgente spontaneità, melodia dal sapore distante, epicità ed affilata violenza che, difficilmente, potrà deludere ogni amante di queste sonorità.
Senza dubbio alcuno, tra le uscite più belligeranti dell'anno e tra le più sorprendenti ed inattese.
Disco da amare incondizionatamente.
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