Questo esordio dei
Mark Kelly’s Marathon contiene tutto quello che ci si potrebbe aspettare dal tastierista dei
Marillion: brani pacati e perfettamente arrangiati, performance di altissimo livello mai sopra le righe, qualche guizzo “nostalgico” e tasti bianchi e neri in evidenza.
Mancherà l’effetto sorpresa, ma il full-length scorre fluido grazie al suo pop progressivo che ha in nomi come Alan Parsons (
“Amelia”), Big Big Train (
“This Time”), ovviamente i Genesis di Peter Gabriel (
“Trail Of Tears”) e i Marillion stessi (
“When I Fell”), i suoi principali riferimenti stilistici.
A spiccare è soprattutto la performance del giovane cantante
Oliver Smith, dal timbro caldo e personale che in alcuni momenti mi ha ricordato addirittura il compianto Mike Baker degli
Shadow Gallery (penso in particolare all’attacco di
“Puppets” - con
Steve Rothery alla chitarra – che, per motivi che non so spiegare, mi ha fatto venir voglia di riascoltare
“Room V”).
Speriamo che non si tratti di un episodio isolato…
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