Se il precedente album di ritorno, 'Thickskin', era definibile come album onesto e di un discreto valore, questo 'Revolutions Per Minute' è invece un eccellente lavoro con tanto di verve, ironia ed ottime songs... sarà forse il ritorno alla produzione di un certo Michael Wagener (il signore che ha dato vita al primo album degli Skidz, ma soprattutto al monumentale 'Slave To The Grind', tanto per dire), ma questa nuova fatica del combo americano è decisamente un album di puro, grezzo, sporco - e melodico - Street Hard Rock a stelle e strisce, proprio come gli anni '90 hanno insegnato. 40 minuti pressoché in up tempo, con tante soluzioni interessanti, in cui spesso la vena Punk è mooolto accentuata. Si parte con la ruvida ed americana 'Disease', per poi alzare subito il tempo e la verve con 'Another Dick In The System', un Rock'N Roll/Punkeggiante da voto 10. 'Pulling My Heart Out From Under Me' strizza un pochino di più l'occhio al lato più easy e commerciale, risultando una buona song ma nulla di speciale, proprio al contrario della divertentissima 'When God Can't Wait', una sorta di tributo ai vari The Pogues e Dropkick Murphys... si avete letto bene! La song in questione un ibrido tra il Country ed il Punk assolutamente da non perdere... messa da parte una buona dose di ironia, si riparte con un altro tempo sostenuto ('Shut Up Baby, I Love You') di grandissimo impatto, per approdare a 'Strength', canzone, anche questa up tempo dal sapore da singolone, ma dannatamente efficiente ed intrigante, con un chorus da ballare e cantare in perfetto Stadium Rock. Ottima anche la seguente 'White Trash', che comunque rimane la song che meno mi ha convinto del dischetto, per poi ritornare sul Country Punk con un altra divertentissima song ('You Lie') e sterzare successivamente su 'Nothing', perfetta per il mercato a stelle e strisce. 'Love Is Dead' punkeggia ancora un pochino, prima dell'ultima 'Let It Ride', spumeggiante song dal chorus trascinante. Come avete intuito, 'Revolutions Per Minute' risulta un album intenso e dinamico, decisamente valido sotto ogni profilo. Una nota di merito aggiuntiva va apportata per il singer Solinger: un cantante che è riuscito a trovare la sua dimensione senza scimmiottare il grandissimo Seb Bach, dotato di una bellissima voce e di personalità. Certo, la mano di Wagener si sente, e non poco, soprattutto nelle parti più rudi, sporche e roche, quando la vicinanza con Mr. Bach da abissale diventa molto, molto più fine e sottile di quanto non sembri. Comunque sia, con questo dischetto, gli Skidz penso che si siano sbarazzati della pesante ombra di una delle voci più belle mai ascoltata nel panorama Rock (o almeno ne hanno preso una decisa distanza) per divenire una nuova creatura dotata di una propria personalità.
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