Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:39 min.
Distribuzione:Davvero Comunicazione

Tracklist

  1. LIFE GOES ON
  2. NEW ROCK GENERATION
  3. COMA
  4. NIGHTMARE
  5. I CAN’T RESIST YOU
  6. BLUE SKY
  7. ROCK’N LOVE
  8. LOVE ME TWO TIMES
  9. IMMORTAL DREAM

Line up

  • Manuel Fabi: vocals
  • Mattia Pasqualotto: guitars
  • Alberto Prando: guitars
  • Nicolò Frison: bass
  • Elia Zigiotto: drums

Voto medio utenti

Tra il sottoscritto e gli Allborn, quintetto di Verona, ci sono circa trent’anni di differenza. Tre generazioni complete, visto che se ne calcola una a decennio. Eppure, a livello musicale, non esiste l’abisso che si potrebbe pensare, perché i gusti paiono abbastanza vicini. Potenza del rock, linguaggio capace di unire le persone più di mille discorsi.
Ed è proprio un rock classico e basilare, quello proposto dalla giovanissima formazione veneta. Che è nata appena quest’anno, pur vantando qualche esperienza precedente, ma è già uscita alla ribalta con il presente album. Decisione che pare un mix di spavalderia, coraggio, incoscienza post-adolescenziale e fiducia nei propri mezzi.
Il risultato è tutt’altro che disprezzabile, anzi, diciamo pure positivo, tenendo conto delle premesse. Ottime canzoni dal taglio melodico, ma assolutamente mai zuccherose. Piuttosto con una decisa propensione per le venature hard (“New rock generation”, “I can’t resist you”), condite da un solismo chitarristico essenziale ma efficace. E’ chiaro che gli Allborn conoscono bene Ac/Dc, Deep Purple, Led Zeppelin, ma anche nomi come The Who o Doors, quest’ultimi omaggiati dalla cover di “Love me two times”, scelta affatto puerile. Infatti, l’impostazione della band evidenzia buon spessore, vedi il bel rockblues “Blue sky” che profuma alla grande di revival seventies.
Anche quando ci si sposta verso territori più radio-televisivi, col singolo “Life goes on” e la ballad “Coma”, duettata con Stefania Parks delle Cherry Lips, tutto resta lontano dall’insulso ed insipido pop-rock che infesta il mercato odierno. Questi brani hanno invece struttura consistente, pur mantenendo una orecchiabilità spendibile con un pubblico non avvezzo al vero rock.
Infine, se ci fossero ancora dubbi sulla preparazione e sulla grinta da rocker di questi ragazzi, basta l’ascolto della conclusiva “Immortal dream” a fugarli definitivamente. Una splendida cavalcata elettrica, che cita contemporaneamente gli Iron Maiden ed i Lynyrd Skynyrd, naturalmente con le debite proporzioni visto che parliamo di miti assoluti. Però serve a rendere l’idea di un gruppo che osa rischiare, senza timore di brutte figure.
Per chiudere il discorso, non si può non segnalare la prestazione del cantante Manuel Fabi, voce sorprendentemente matura che è davvero difficile collegare ad un ragazzo esordiente di soli vent’anni. E’ chiaro che la sua interpretazione abbia garantito una marcia in più ad una formazione già di per sé competitiva.
Quindi, se gli Allborn hanno bruciato le tappe non è per casualità, bensì per meriti concreti. Il loro primo disco è godibile, fresco e intelligente, cosa rara non solo in Italia. Fossero stranieri, avrebbero un’esposizione mediatica molto superiore, da noi toccherà sudare sette camicie per farsi notare. Comunque, guadagnando un pizzico di esperienza e di “cattiveria”, potranno raggiungere grandi obiettivi. Il tempo è dalla loro parte.

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