Avatar - Thoughts of No Tomorrow

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:40 min.
Etichetta:Gain
Distribuzione:GetSmart

Tracklist

  1. BOUND TO THE WALL
  2. AND I BID YOU FAREWELL
  3. LAST ONE STANDING
  4. WAR SONG
  5. THE WILLY
  6. MY SHINING STAR
  7. MY LIE
  8. STRANGER
  9. THE SKINNER
  10. SANE?
  11. SLAVE HIVE MELTDOWN

Line up

  • John Alfredsson: drums
  • Johannes Eckerström: vocals
  • Jonas Jarlsby: guitars, backup vocals, additional keyboards
  • Simon Andersson: guitars, backup vocals
  • Henrik Sandelin: bass, backup vocals

Voto medio utenti

Energia. Con questa sola parola si potrebbe riassumere la musica degli Avatar, band svedese al debutto con “Thoughts of no tomorrow”, cd composto da 11 brani di “classico” death metal melodico sulla scia di gruppi scandinavi come In Flames, Soilwork, e Dark Tranquillity.
La band si forma nel 2001, negli anni successivi registra qualche demo e si fa le ossa suonando in più di 70 concerti in compagnia di band come Impaled Nazarene, Dismember, e Arch Enemy; nel 2006 li scopriamo band di supporto nella tournee degli Evergrey, con un album in vetta alle classifiche in madrepatria, e delle ottime aspettative per il futuro.
I brani degli Avatar (20 anni di età media tra i componenti) basano le loro strutture su un drumming imponente e un guitar-work eccezionale, opera di Jonas Jarlsby e Simon Andersson, autori di ritmiche molto varie dal sound molto irruento e impetuoso, con intrecci molto articolati di matrice progressive, squisite armonizzazioni di stampo heavy, e assoli ricchi di classe, esperienza e virtuosismo. Il cantante Johannes Eckerström è un frontman perfetto, ottimo performer e intrattenitore sui palchi scenici, interprete focoso e passionale su disco, è autore di scream rabbiosi, supportati dai growl gutturali dei compagni.
Il maggior punto di forza degli Avatar è la capacità, nonostante la giovane età, di muoversi all’interno dei propri schemi con disinvoltura e classe; e sebbene lo stile si adagi su un genere musicale abbastanza inflazionato, seppur moderno, si ha immediatamente la sensazione che la creatività e la passione abbiano la meglio, con una carica e un buongusto che svariate band con esperienza ventennale si sognano. Le canzoni che compongono l’album sono scritte con intelligenza, e ogni excursus strumentale pare inserito in modo perfetto per bilanciare le parti più melodiche e quelle più estreme; i cali di tensione sono inesistenti, e da “Bound to the wall” a “Slave hive meltdown” l’album si fa scoprire e amare nella sua interezza, senza cali di tensione o passi falsi; persino la produzione è ottima, opera di Roberth Olausson nei Gain Studios.
Dopo tanti ascolti l’ottimo “Thoughts of no tomorrow” trasmette la sensazione che il domani degli Avatar sia tutt’altro che inesistente, assieme alla certezza che le pagine migliori della loro biografia debbano ancora essere scritte.
Recensione a cura di Matteo 'Kobal' Figus

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