Dream Theater. Un nome significativo per chi scrive, è ancora vivido il ricordo di quel giorno a casa di un amico, all’epoca dell’uscita di
Images and Words, che mise il vinile sul piatto e me lo fece ascoltare, rimasi folgorato dalla musica che le casse dello stereo diffondevano nella stanza e da lì partì un lungo viaggio che continua tutt’oggi. Quindi non nascondo che ogni uscita del gruppo o notizia rilevante sulla band provochi un certo brivido al sottoscritto.
Venendo al live in questione dopo queste note nostalgiche, uscito in diverse edizioni tra cui una deluxe con un bel libro fotografico e di cui valuterò la versione video, lo stesso è tratto dal tour europeo relativo all’ultimo album in studio
Distance Over Time, tour che celebra in contemporanea anche il ventennale del disco capolavoro dei nostri
Scenes from a Memory, album riproposto nella sua interezza per l’occasione, e precisamente è tratto da due concerti sold-out tenuti il 21 e 22 febbraio 2020 a Londra al leggendario Hammersmith Apollo, ora ribattezzato Eventim Apollo. Consiglio vivamente la versione video (possibilmente in blu-ray), rispetto alla versione solo audio, per un’esperienza più completa e data la qualità visiva veramente eccezionale e l’alto livello delle riprese e inquadrature dirette da due esperti del settore quali
Pierre & Francois Lamoureux già all’opera nel precedente live della band
Breaking the Fourth Wall e con i
Rush tra gli altri.
La scaletta, divisa in due parti più l’immancabile encore, vede una prima parte riservata a vari brani ed una seconda invece con appunto
Scenes from a Memory suonato per intero, come accadde già in occasione del tour originario dell’album. L’unica differenza tra le due serate è l’alternanza tra
Fall into the Light e
Paralyzed entrambe dall’ultimo disco, quest’ultima presente come bonus. In aggiunta al tutto c’è un breve Behind the Scenes. Le rispettive due parti del concerto iniziano con due intro carine, di cui la prima, fantascientifica e cinematografica, vede protagonista il robot della copertina dell’ultimo disco che tra le altre scorre su uno schermo le copertine dei vari album della band, mentre la seconda è a tema con il concept di
Scenes from a Memory e presenta i vari personaggi della storia.
Oltre al predetto
Scenes from a Memory, la scaletta presenta sette brani di cui ben cinque estratti dall’ultimo album, a riprova di come la band creda fortemente nella loro ultima fatica, tra cui le splendide
Barstool Warrior e
At Wit’s End, le migliori del disco in studio più recente a parere di chi scrive, e la pirotecnica
Pale Blue Dot, nonché la lunga e heavy
A Nightmare to Remember e
In the Presence of Enemies – Part 1 rispettivamente estratte da
Black Clouds & Silver Linings e
Systematic Chaos, tracce che rendono molto bene in sede live nonostante provengano da due album generalmente tra i meno apprezzati del gruppo.
Il palco è bello ed è strutturato su tre livelli con la batteria posta al centro del livello centrale. Dietro al tutto campeggia un enorme schermo su cui scorrono dei video creati per l’occasione ed a tema con la musica di volta in volta suonata. Da notare l’asta del microfono di
LaBrie che cambia a tema con la musica tra un set e l’altro. In generale si rileva una maggiore attenzione all’aspetto scenografico rispetto al passato, scenografie live che sono state sempre piuttosto scarne in casa
Dream Theater, quasi a voler dare risalto solo alla musica.
La performance dei nostri è come sempre ennesima dimostrazione di classe e di incredibile tecnica e perizia strumentale, quindi nulla da eccepire dal punto di vista dell’esecuzione sugli strumenti e….lo so, starete dicendo, ok, lo sappiamo, ma
LaBrie e
Mangini? Le prove live di
James LaBrie, specie negli ultimi dieci-quindici anni, sono state sempre il tallone di Achille della band, alternando esecuzioni ottime a esecuzioni sotto tono a seconda della serata o del tour, e ciò lo posso confermare direttamente avendoli visti dal vivo tantissime volte compresa la data romana di pochi giorni prima dei concerti di cui trattasi, esecuzione sotto tono purtroppo presente in maniera piuttosto marcata in occasione del tour in questione. Ormai il cantante canadese soffre non poco soprattutto le note alte e ciò è piuttosto evidente in questo live dove offre una prova inferiore ad esempio rispetto al precedente live
Breaking the Fourth Wall dove offrì invece un’ottima prestazione vocale. La sua esecuzione migliora un pochino nella seconda parte dedicata a
Scenes from a Memory dove si avverte un maggiore trasporto e coinvolgimento emotivo da parte del cantante, e della band, il quale ha sempre dichiarato di ritenere questo disco il suo favorito. E
Mangini invece? Il funambolico drummer, ormai del tutto integrato nella band, offre la solita esecuzione perfetta dal punto di vista tecnico, anche se come di consueto un po’ freddina e lontana anni luce dalle prove carismatiche e trascinanti del suo indimenticabile predecessore
Mike Portnoy. Per fare un paragone la performance, specie nella riproposizione dell’album
Scenes from a Memory amatissimo dai fans, non raggiunge i livelli emotivi e di coinvolgimento ad esempio del vecchio live
Metropolis 2000: Scenes from New York che immortala la data newyorchese del tour originario del disco o in generale di
Live at Budokan ad esempio, forse complice anche il pubblico londinese, sì entusiasto ma non particolarmente caldo, e una produzione dal suono un po’ troppo asciutto.
Insomma un live penalizzato dalla prestazione non eccelsa del cantante e da scelte di produzione sonora opinabili, ma comunque da aggiungere alla propria collezione delle uscite della band. Il voto è riferito ovviamente al concerto in sé e non al suo contenuto musicale.