I
Sombria sono un progetto internazionale, con membri dalla Norvegia, Grecia e Messico, nato per volontà della cantante, nonché autrice dei testi,
Dimi De San in arte
Valentina Devin e del chitarrista e autore delle musiche
Raven Seven, e devo dire che sono stati una piacevole sorpresa vista la bellezza di questo album di debutto. La musica è un metal malinconico, melodico e oscuro, per lo più lento e piuttosto pomposo, sormontata dalla bella voce soave della cantante
Valentina Devin, dove fanno capolino pianoforte, violoncello, cori e dove le tastiere e le orchestrazioni hanno un ruolo predominante ed a cui sono ben amalgamate le chitarre. L’ottima produzione dal suono morbido e rotondo, ma anche potente, completa il quadro.
I brani, tutti abbastanza accessibili e dall’incedere solenne, hanno una durata medio-lunga e sono molto curati negli arrangiamenti. Si passa da pezzi più dinamici come l’oscura
Black December e
Sarcophagus of Roses, dal bel ritornello, tra i migliori dell’album e dove compaiono addirittura dei blastbeat, a pezzi più sostenuti come
Mirror of God, per proseguire con
Wine of Lunacy dalle belle linee melodiche di chitarra, con la plumbea
Penitence e con la lunga e variegata
Poem from the Dark Gardens. Evidenti le influenze dei
Dead Can Dance, dei migliori
Theatre of Tragedy e di tutto quel filone di metal oscuro e melodico che vede tanti estimatori, e anche di un certo black metal ravvisabile nelle parti più veloci.
Un disco fortemente consigliato agli amanti del genere e prodotto da una band che ha del talento e che spero non si fermi a questo album.
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