Il 2020 ha visto il ritorno in veste solista non solo del (più) famoso
Derek Sherinian, ma anche del talentuoso
Vitalij Kuprij. Questi non ha suonato nei
Dream Theater, è vero, ma ha comunque un curriculum di tutto rispetto che spazia dalla musica colta alla
Trans-Siberian Orchestra, passando per gli
Artension e i
Ring Of Fire di Mark Boals.
L’artista ucraino/americano è da sempre alfiere del metal neo-classico strumentale più muscolare, a metà strada tra la cafonaggine di
Yngwie Malmsteen e le tentazioni progressive di André Andersen dei
Royal Hunt, e il nuovo
“Progression” in questo senso non fa eccezione.
Una buona parte del full-length è puro
show-off tastieristico (su tutte cito
“Internal Force”, “Revolution/Evolution” e la titletrack), ma non mancano episodi più meditativi e complessivamente convincenti che ne facilitano l’ascolto (
“Whispers From Beyond”, “Rememberance”, “Facing The End”) oltre agli immancabili tributi alla musica classica propriamente detta (
“Power Of God” rielabora un tema di Johann Sebastian Bach).
Qualche sorpresa? Assolutamente no, a cominciare dal mix che sembra provenire direttamente dagli Anni Ottanta/Novanta, per cui sapete perfettamente a cosa andate incontro.
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