Gli
Stormhunter sono un altro di quei gruppi alla ricerca di una seconda possibilità, Nel caso una terza, infatti, le loro radici affondano sino al 1998 (attestate da un demo e dalla partecipazione ad un paio di compilation) ma subirono già un primo stop nel 2002 e solo dopo cinque anni il chitarrista
Stefan Müller ha dato loro nuovi impulsi portandoli ad incidere ben tre album, l'ultimo dei quali "An Eye for An I", uscito ormai nel 2014. E rieccoli ora, sul finire del 2020, nuovamente pronti all'arrembaggio con un MLP di quattro pezzi, anticipato dall'autobiografico singolo "
Two Beers (Or Not Two Beers)", brano che per il gioco di parole del titolo, il testo ed il cantato sguaiato di
Frank Urschler mi ha fatto pensare immediatamente ai connazionali Tankard. Ma qui non ci troviamo alle prese con del Thrash Metal, dato che gli
Stormhunter sono espressione del più classico Power & Speed Metal Teutonico, tra Helloween, Running Wild, Nighthawk, Risk, Scanner, Reaper, Warrant e cento altri. Anche per questo, quando poi vanno a riprendere "
Antisocial" dei Trust, la loro versione è decisamente più fedele all'originale del gruppo francese che ispirata dall'interpretazione che ne fecero poi gli Anthrax.
Anche le altre due canzoni che completano questo "
Ready for Boarding" non lasciano dubbi sulle intenzioni degli
Stormhunter, tanto l'opener "
Crown of Creation", con le chitarre di
Stefan Müller e
Burkhard Ulrich a rispolverare il British sound di gruppi come Blitzkrieg e Chateaux, quanto la speedy "
Sharp Invaders" dove aleggia con prepotenza, soprattutto a livello del guitarwork, l'influenza dei Running Wild.
"
Ready for Boarding", pur nel suo minutaggio contenuto, è sicuramente in grado di sottolineare le palpitazioni da veri Defenders of the Faith di
Müller e soci, che si fanno apprezzare per la loro genuinità e irruenza.
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