Terzo album in studio per i
Project Alcazar, creatura partorita dalla mente del virtuoso chitarrista
Chris Steberl, ormai più di 30 anni fa.
Lost In Centralia, questo il titolo della nuova fatica discografica della band americana, è senza alcun dubbio un lavoro molto valido, dalle composizioni musicali convincenti, caratterizzate da melodie gradevoli, senza dimenticare la tecnica dei musicisti, che rimane l’elemento predominante delle 8 tracce, ancora una volta (come per i precedenti lavori della band) tutte rigorosamente strumentali, che compongono il disco.
Sono difatti i virtuosismi di
Steberl e del tastierista
Caleb Hutslar, arricchiti dalla bravura, dell’instancabile
Mark Zonder (ex-Fates Warning), ospite d’onore per l’occasione di questo album, in cui il sound, soprattutto grazie al lavoro di chitarra, è chiaramente riconducibile ai lavori solisti di Satriani (per le aperture melodiche), Petrucci (per la complessità e i continui cambi delle strutture musicali), Malmsteen (per i continui richiami di musica classica) ma anche di Marcel Coenen (per certe particolarissime scelte stilistiche). Mentre le influenze tastieristiche possono essere individuate soprattutto in certi lavori del passato di Vitalij Kuprij (Artension, Ring Of Fire), di Michael Pinnella (in particolare nei primi album dei Symphony X), senza dimenticare alcuni lavori solisti di Derek Sherinian.
I brani, tutti veramente belli, possono essere suddivisi, a grandi linee, in base alle composizioni melodiche che li caratterizzano; vi sono pezzi come la title-track, la successiva
Occam’s Razor o la poliedrica
Looking Glass che definiscono i momenti più spensierati del disco, a cui fanno da contraltare la claustrofobica
The Panic Hand, l’altrettanto tiratissima
55 Ludovico Lane o la conclusiva
Water Music che, con i suoi continui cambi di ritmiche è forse il pezzo più imprevedibile e in cui emerge prepotentemente l’amore per la musica classica dei
Project Alzacar. Non mancano infine episodi più riflessivi come la delicata
Stranger Ave o la raffinata
Beneath A Scarlet Sky che è probabilmente il brano più progressive, ma non per questo meno incisivo, dell’intero disco.
Non c’è molto altro da aggiungere per un lavoro veramente bello, il cui forse unico difetto è quello di presentare delle tracce, per caratteristiche, probabilmente troppo simili tra loro e che quindi rischiano, alla lunga, di stancare. Tuttavia, come si diceva, si tratta di brani di ottima fattura, in cui l’eventuale eccessiva pesantezza della tecnica viene alleggerita dalle fresche aperture melodiche, che molto difficilmente lasceranno indifferente l’ascoltatore.
Lost In Centralia è un disco che indubbiamente piacerà tanto agli estimatori dei vecchi “guitar heroes”, considerando che in fondo si tratta del progetto di
Chris Steberl, quanto agli amanti del progressive metal tradizionale, per la struttura e la continua evoluzione delle tracce, tutte ispiratissime, che lo compongono.
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