Il quarto album dei sardi Souls of Diotima è una continua sorpresa.

"Janas", infatti, abbandona le strutture complicate e gli arrangiamenti pomposi del passato (e penso soprattutto al precedente "The Sorceress Reveals - Atlantis" ), muta lievemente forma e ci presenta un power potente ma più scarno del passato, e soprattutto più moderno. E con il termine moderno qui intendo che dappertutto nell'album troverete inserti elettronici dosati bene, accenni industrial, una produzione molto più cattiva e secca, chitarre ribassate e un sound che prende personalità e perde in fronzoli francamente fin troppo condivisi. Con questo popò di cappello introduttivo, però, non vorrei sviarvi: "Janas" è un album che può piacere o meno, facciamo a capirci: certi stacchi un pò "Amaranthe" in brani come "Sleep Demon" o "Ichnos Superhero" (il cui ritornello fa un pò Babymetal) sono bilanciati da mazzate ben dirette in-your-face come l'opener "The Black Mask", "The Dark Lady" (per ora la mia preferita), una "My Roots" che sembra un pezzo degli Adrenaline Mob, la travolgente "Mediterranean Lane" dal riffone tagliafaccia ma che sa contaminarsi con delle tastiere che sanno di Flake Lorenz, e molto altro...Insolito, coraggioso, intelligente.

"Janas" è un album molto vario, il parto di una band che deve avere palle grosse così, per rischiare ed affermare la propria identità, in barba (o proprio ammiccando) ai trend del momento... Al di là dei gusti personali e del piacere o non piacere, il mio compito di recensore consta principalmente nel riconoscere, in questo caso, la altissima qualità della proposta sonora, una produzione davvero fantastica, e delle scelte stilistiche che pagheranno o meno, ma che hanno sicuramente del coraggioso.