ll segno dei tempi ... la naturale progressione dell’ "ecosistema musicale" ... di cosa sto blaterando ?
Di niente in particolare, solo che dando un’occhiata alle note biografiche dei belgi
Abrahamic Liarsnon ho potuto fare a meno di notare che il gruppo si é formato solo nel 2019... e cosi’ a distanza di un
solo anno eccoci qui già a parlare e a commentare il loro début album ... troppo presto ? Puro azzardo ? Si e no ... i nostri tre belgi infatti dimostrano di saperci fare con gli strumenti in mano e di avere anche le idée abbastanza chiare, dico abbastanza perché se é vero che il grupo si muove su territori black/death, é pur vero che le due matrici musicali sono per lo più “parallele”, infatti
raramente arrivano a fondersi, ma più che altro il loro é un alternarsi che può esaltare (o meno) ora un aspetto, ora l’altro, dando certamente una certa fresca eterogeneità alla proposta. E’ pur vero che l’ascoltatore é un po’ troppo sballottato tra mille influenze che partono dal provocatorio
“Black Metal Blues” dell’opener , dove a dir la verità la parte blues é relegate a mera curiosità per lasciare
soprattutto spazio ad una bella mazzata sonora) passando per
"Schijnheilig-Schijnveilig", un pezzo che per una buona metà lascia veramente interdetti per leggerezza e banalità ma che da metà brano in poi, grazie ad una salubre accelerazione, trova una propria dignità, fino ad arrivare alla splendida e conclusiva
"A Lesson in Paranoia" dove
fanno capolino
Asphyx/Bolt Thrower/Watain . Insomma
‘Genesis’ é un classico album d’esordio
(anche se i componenti della band sono tutt’altro che pivelli alle prime armi) pieno di passione e spontaneità, non ancora completamente formattata e lontano dall’essere un lavoro definitivo, ma certamente ricco di spunti interessanti e buone speranze per il futuro. Per adesso godiamoceli cosi’ ...
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