Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:54 min.
Etichetta:Autoproduzione

Tracklist

  1. EVERYTHING BURNS (INTRO)
  2. LIGHT OV THE MORNING STAR
  3. THE SPECTACULAR SIN
  4. FAITHLESS
  5. AVE SATANAS
  6. DEATH TO THE VATICAN
  7. FIRE AND BLOOD
  8. LEGION
  9. SUICIDE CEREMONY
  10. RAVENOUS
  11. FROM AEONS CAME
  12. THROUGH THE FIRES OF MOLOCH
  13. BLESSED BE THE FALLEN

Line up

  • Mike G.: vocals
  • Vern Boward: guitars
  • Greg Layman: guitars
  • Paul Gruntz: bass
  • Antonio Padilla: drums

Voto medio utenti

La band americana degli Hierarchy ha avuto una storia un po’ travagliata. Nati a New York nel 2003 si sono sciolti nel 2008, producendo solo un paio di demo e ben tre live album, per poi riformarsi nel 2018 e arrivare con questo omonimo album al debutto sulla lunga distanza.
La band dichiara di suonare un blackened death metal, molto ancorato agli anni ’90, con riff slayeriani ma al tempo stesso debitrice di bands come Deicide e Incantation, senza dimenticare il doppio attacco vocale che molti rimandi ha allo screaming black metal. Queste essendo le coordinate stilistiche della band, bisogna aggiungere che il songwriting è vario, alternando pezzi più veloci e brutali ad altri più lenti e cadenzati, come l’ottima “Faithless”.
L’universo lirico è tutto incentrato su satanismo/anticristianesimo e occultismo, con titoli esplicativi che vanno da “Ave Satanas” a “Death To The Vatican”.
Uno dei difetti del disco, al di là della derivatività della proposta, è l’eccessiva prolissità, con un minutaggio anche avrebbe avuto bisogno di una bella sforbiciata ai quasi 55 minuti. Tuttavia, da contraltare, troviamo un genuino sentore di anni ’90, non di quelli posticci messi lì per darsi il tono vintage, gli Hierarchy non ne hanno bisogno, perché nascono e si fermano, come evoluzione musicale, tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000.
Il sound è dichiaratamente old school, anche nella produzione, ma senza mai suonare antico o fuori moda.
Alla luce di tutto quanto detto sopra, secondo la mia modesta opinione gli Hierarchy una chance se la meritano, nel panorama estremo mondiale un po’ di ripasso dei bei tempi andati, fatto con convinzione e passione, fa sempre bene.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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