Eccolo, lo aspettavo, come un 45enne aspetta il primo controllo della prostata (e manca poco pure per quello, porca pu**ana), sgradito ma inevitabile:
il mio primo album a tematica COVID.Credo fosse ovviamente inevitabile, e la cosa è solo agli inizi: di Covid si parlerà tra pochissimo ovunque nell'arte, dal cinema al libro, dalla musica all'arte figurativa. Once again, sgradevole quanto inevitabile.
Ma concentriamoci sul COSA e sul CHI. "
Psychosomatic" è il secondo full-length degli americani/messicani/canadesi
Immortal Guardian, formatisi nel 2008 intorno alla funambolica ascia di
Gabriel 'Guardian' Guardiola, che qui riveste il ruolo di chitarrista - tastierista - scrittore - mastermind. La band si concretizza dopo gli inevitabili cambi di line-up, e questo che abbiamo tra le mani è il nuovo parto del quartetto.
La proposta musicale degli IG è una strana amalgama di Royal Hunt, Malmsteen, Iced Earth, un pizzico di Annihilator, insomma una sorta di power neoclassico e funambolico, ma più pestato e molto variegato. Sicuramente da ascoltare, per la insolita mistura, gli IG risultano però davvero scontati nelle soluzioni e negli arrangiamenti, dove i brani diventano talvolta mere tavolozze per i solos a 2000 all'ora di Guardiola, oppure assumono l'aspetto di brani più incattiviti, che tendono ad assomigliarsi tutti e lasciano dopo un pò poco sapore alle orecchie.
Il dischetto alla fin fine scorre via senza troppa infamia né lode, e come molti di voi sapranno, per chi vi scrive questo è forse il difetto peggiore di un disco: preferisco di gran lunga una sonora ciofeca, che ti rimane in testa per la sua bruttezza, ad un'ora di gimmicks in salsa metal, che mi sarò scordato dopo 5 minuti. Vista la peculiarità degli Immortal Guardian, io (come sempre) vi consiglio di farvi un'idea personalmente. Per me, meh.
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