Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:47 min.
Etichetta:Burning Star

Tracklist

  1. BLOOD FOR BLOOD
  2. FAKE BUT ROMANTIC
  3. JUSTIFY THE CROSS
  4. FALLEN STAR
  5. FRENCH CONCESSION
  6. ALICE AND THE SCARS
  7. IN BETWEEN
  8. VANITY
  9. ALEXA THE WITCH
  10. THE JUSTICE 8
  11. WHEN HEART MEANS MURDER PT.1: THE SCARLET CHARIOT
  12. WHEN HEART MEANS MURDER PT.2: DRIVE A DEAD GIRL

Line up

  • XVaiX: vocals
  • Alex: guitars, backing vocals
  • Luca Fois: guitars
  • Napulesh: bass
  • Mick: drums

Voto medio utenti

Secondo full-lenght per i romani I Suffer Inc., band nata dalle ceneri dei Windseeker. Non conosco il loro precedente “Bury Me In Silence” anche se, a quanto ho sentito dire, ha ricevuto buoni responsi. Il nuovo “Chronicles Of Lost Purity” invece ha degli ottimi spunti in quanto, pur inserendosi in un calderone molto trendy, quale quello del metalcore, lo fa in maniera però piuttosto atipica e personale. Nel senso che il metalcore, come lo intendiamo oggi, è comunque un genere che parte da radici moderniste, e che trova la propria massima espressione, dal punto di vista commerciale, proprio in America. I nostri invece pur suonando moderni come potrebbero fare gli Atreyu, hanno nel loro dna il metal più classicheggiante, più tradizionale, in una sola parola più “europeo”. Questo ovviamente li accosta più agli Heaven Shall Burn, anche se gli I Suffer Inc. non hanno lo stesso impatto e la stessa densità di suono, su questo bisogna essere chiari.
Tralasciando l’intro elettronico di “Blood For Blood”, i 47 minuti di questo disco sono davvero cosa buona, con doppia voce, il growling cazzuto di Alex e le vocals più emo di XvalX, ed una sezione ritmica dinamica, che non gioca tutto sull’impatto. La varietà dei pezzi è un’altra caratteristica della band e trova il suo apice in “Vanity”, traccia che sa fondere le due anime della band alla perfezione, lasciando intravedere anche sprazzi di introspettività inaspettata.
Le due tracks conclusive poi, alias le due parti di “When The Heart Means Murder”, sono davvero un compendio delle possibilità di questa band, con tutti gli elementi positivi, tra cui certe parti quasi progressive, che vengono enfatizzati, lasciando la speranza di un futuro ancora migliore, sotto forma di un disco che li consacri definitivamente.
In generale la seconda parte del disco è più emozionale della prima, dopo il breve intermezzo acustico infatti, “In Between”, le canzoni si fanno più coinvolgenti. La prima parte è invece più d’impatto e la stessa track iniziale “Blood For Blood” è un up-tempos decisamente veloce e percussivo.
Sul disco è presente anche un video con le immagini della preparazione dell’album.
In definitiva ci troviamo di fronte ad una band dalle ottime potenzialità, autrice di un disco sicuramente piacevole, sospeso tra vecchio e nuovo e che ha sicuri margini di miglioramento. Bravi!
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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