Puo’ essere 'simpatico' il death metal? E perché dovrebbe esserlo? In effetti questa profonda speculazione filosofica non avrebbe tanta ragione di esistere se non fosse che ciò che mi ha spinto a scrivere queste righe, oltre, chiaramente, alla qualità della proposta, è stata subito una forte simpatia/empatia che mi ha condotto durante l’ascolto di questo
‘Regurgitate Into Existence’ … e allora cosa ci sarebbe di cosi’ tanto « simpatico » da convincermi e spingermi a scrivere questa recensione ? Niente in particolare, solo l’attitudine, la voglia di suonare « old school” e la capacità di farlo con una manciata di brani che non solo vi riporteranno il buon umore, ma che vi riconcilieranno con il death metal nudo, crudo, puro, diretto e ben fatto. Ci troviamo cosi’ di fronte a otto brani di puro ed essenziale old school death metal che unisce senza problemi le ritmiche pesanti, monolitiche e pachidermiche dei
Bolt Thrower (gruppo che non spicca nei miei gusti) con le lezioni di grazia tramandateci dai
Purtenance piuttosto che dai primi
Entombed, insomma un buon compendio di death metal scandinavo (BT a parte ovviamente). Su tutto si staglia una «bel vocione» tipo « orco educato » grazie ad un singer molto dotato e capace di un growl potente, grosso, credibile e mai pacchiano (chi ha detto ‘scarico del lavandino otturato’ stile brutal death ?) Altro punto a favore della band é l’ottima registrazione che riesce ad esaltare bene le idee della band grazie ad un sound potente, grosso e rotondo, che lascia leggermente in secondo piano le parti soliste, ma sinceramente non lo ritengo un male insormontabile, anzi, questo tipo di produzione “vecchie maniere attualizzate” calza a pennello alla band che può cosi’ confezionare degli ottimi brani come l’opener
‘Embrace Of Dead Flesh’ , un buonissimo pezzo dal forte impatto, decisamente distruttivo, con un interessante lavoro a livello solistico. Durante l’ascolto si ha veramente l’impressione che la band si diverta enormemente nel suonare esaltando i propri (tanti) punti positivi grazie ad un brano diretto e senza fronzoli. Altrettanto si puo’ dire della seguente
‘Chainsaw Abortion’ che é ancor più diretta, semplice e incredibilmente efficace ; in questo brano si pesta duro, si riff(a) duro e cosi’ si ottiene ‘facilmente’ un pezzo tritaossa! Complimenti. La band non dimentica comunque di alternare un po’ la proposta e con
‘Carniwhore’ ci propone un pezzo più groovy, spensierato, semplice, ma fondamentalmente innocuo. Si riprende a pestare duro fino a giungere cosi’ alla fine dell’album con
‘A Farewell To Humanity’ un pezzo più ‘complesso’, articolato e lungo dove la band sa mantenere altissimo il livello di attenzione, proponendo un brano sempre sostenuto a livello ritmico ed efficace dal punto di vista melodico che vede affiorare addirittura una certa vena malinconica … Insomma avrete capito che
'Regurgitate Into Existence' é un piacevolissimo déjà vu musicale che non mancherà di esaltarvi e farvi scapocciare come da tradizione. Trattato di coerenza !
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