La terza prova in studio per i polacchi
Varmia, in uscita a marzo per la
M-Theory Audio, è quello che io definisco un bel polpettone di idee ed influenze diverse difficile da digerire e da ascoltare tutto fino alla fine senza sbadigliare.
Dentro
"Bal Lada" c'è un po' di tutto: death, folk, black, Bolt Thrower, Satyricon, Moonsorrow, Eluvetie, cori pastorali, riffing ultra massiccio, velleità epiche, incedere pachidermico, accelerazioni improvvise, momenti ai limiti della sagra di paese, voci che spaziano in tanti ambiti diversi... insomma, difficile inquadrare l'album in un senso preciso.
Cosa, quest'ultima, che non sarebbe certo un male se le varie componenti fossero meglio amalgamate e se, soprattutto, i
Varmia avessero spunti brillanti o capacità compositive di alto livello: invece, purtroppo per loro, io ho colto tanta confusione e una pochezza di fondo che rendono
"Bal Lada" un album pesante nel senso negativo del termine.
Certo, i suoni sono di ottimo livello, il gruppo maneggia gli strumenti con cognizione, l'impatto di certe soluzioni è garantito, ma, alla fine, non resta niente se non un vago senso di incompiutezza o, addirittura, di fastidio.
A mio modesto parere, la qualità non alberga nei solchi di questo album e, se cercate musica estrema dall'animo folk, dovrete, per forza, guardare altrove.
Mi spiace.
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