Album d’esordio per questo duo (??) spagnolo che ci regala tre quarti d’ora abbondanti di pura distruzione in salsa brutal death. Il lavoro, come facile immaginare, segue delle coordinate stilistiche abbastanza standard, ma non per questo meno convincenti o brutali. I nostri "amigos" si fanno aiutare da una drum machine per i loro intenti "bellici" e la sorpresa per me più interessante, è che riescono comunque a proporre delle buone variazioni ritmiche che sostengono e spingono gli undici brani con grande compattezza e credibilità. Sarebbe stato facile abbassarsi alla piattezza ritmica dei
Mortician (band il cui "culto" rimarrà per sempre un mistero per me) e invece il "tempo perso" dietro alla programmazione della drum machine sottolinea ancor di più l’impegno e la dedizione del duo per queste sonorità. Un dovuto plauso va al growl diviso equamente e validamente tra i due membri, infatti evitando accuratamente di appiattirsi sul suono “rubinetto intasato’ , che personalmente detesto e trovo di una noia mortale,
Oscar e
Igor Sanchez sono riusciti a proporre una buona e interessante varietà di tonalità gutturali che danno una spinta in più alle composizioni. Buono il lavoro anche in fase di riffing per un album che cosi’ non rischia di "incartarsi su se stesso" , ma che al contrario riesce sempre ad avere un buon bilanciamento tra aggressività, pesantezza e dinamicità. Come detto più volte, in questi casi l’originalità è messa al bando come una iettura e quello che conta è solo lo sterminio sonoro che si riesce a forgiare … obiettivo raggiunto per un album che spruzza brutalità da ogni secondo.
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