Parto subito con una notizia entusiastica: erano anni che non apprezzavo così tanto un disco thrash nuovo. Negli anni ho ascoltato centinaia di dischi di questo genere - che non nascondo essere quello con cui da sempre ho il legame più profondo: classici, gemme nascoste, operazioni nostalgiche, revival. Di tutto. Con tutta probabilità è stata questa assidua e morbosa frequentazione con il genere a fare in modo di rendermi, negli ultimi anni, abbastanza difficile da stupire. Del resto si sa, il thrash metal ha una storia lunga e gloriosa, nella quale esso ha subito migliaia di possibili declinazioni o, se vogliamo, variazioni sul tema. Difficile, dopo quasi quarant'anni, continuare a stupire. Cosa si saranno inventati i "novellini" svedesi
Paranorm, giunti con
Empyrean al loro debut sulla lunga distanza, tale da farmi entusiasmare?
Beh, va detto subito che, com'era prevedibile, i nostri non si inseriscono certamente in una linea di innovazione e, anzi, la loro proposta si mantiene saldamente in piedi sulla base di ciò che ormai oltre trent'anni fa nomi ben più altisonanti hanno prodotto. Il fatto è che i Paranorm attingono intelligentemente tanto dal thrash di matrice Bay Area quanto da quello più moderno e progressivo di band come i Vektor. Se a questo quadro aggiungiamo le notevoli abilità tecniche dei componenti (sulle cui eccellenti performance non mi dilungo) e un'ottimo approccio al songwriting cominciamo forse ad avere un'idea di come vada a profilarsi la questione: pur non inventando nulla i Paranorm hanno in mano tutti gli strumenti necessari non solo per riproporre gli stilemi del genere ma anche per piegarli alle proprie esigenze espressive, dando vita a otto brani articolati, avvincenti ed ispirati.
Pur essendo debitori nel riffing tanto dello stile californiano (palesi in "
Cannibal" reminescenze di un Bay Area Thrash tecnico à la Heathen) quanto di compagini contemporanee come i già citati Vektor o i nostri connazionali Vexovoid, gli svedesi riescono ad essere pienamente convincenti proprio nella misura in cui il loro lavoro è caratterizzato da strutture elaborate e mai banali sulle quali si innestano riff efficaci e memorabili oltre che parti vocali accattivanti che in certi frangenti risultano addirittura orecchiabili (si veda la splendida "
Edge of the Horizon").
L'accoppiata letale di partiture gustose e implementazione di una vasta gamma di soluzioni in fase di songwriting garantiscono a questo disco una longevità sorprendente soprattutto se commisurata alla mera somma delle influenze con tutta evidenza subite dal combo.
Riff taglienti, ritmiche martellanti, stacchi arpeggiati, sfuriate al limite del black e ritornelli ficcanti sono "solo" buoni elementi che nell'articolazione complessiva fornitane dai quattro svedesi sprigionano un potenziale deflagrante che supera di gran lunga quello delle singole parti prese separatamente.
Si tratta di un lavoro che comprende, tra i vari, brani piuttosto complessi e compositi che rendono certamente meno lineare la fruizione dell'album. È proprio questa mancanza di immediatezza, tuttavia, a permettere ai Paranorm di aggiungere al mestiere e alla freschezza nelle composizioni quel pizzico determinante di personalità nell'organizzare il materiale a disposizione che rende "
Empyrean" ben più che un onesto album di revival per nostalgici bensì un piccolo gioiello che, pur non ribaltando le carte in tavola, sarà capace di entusiasmare anche il thrasher dai molti ascolti alle spalle che vorrà concedere al lavoro degli svedesi l'adeguato approfondimento.
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