Kill Ritual - Kill Star Black Mark Dead Hand Pierced Heart

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:48 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. BY THE HAND OF GOD
  2. THE WHORE OF WAR
  3. 7 KNIVES
  4. I AM THE NIGH
  5. THE SMELL OF DEATH
  6. CAN YOU SEE US NOW
  7. KILL STAR BLACK MARK DEAD HAND PIERCED HEART
  8. GET IN LINE
  9. THE DEVIL, THE MIST, THE FLAME

Line up

  • David Alusik: bass
  • Steve Rice: guitars
  • Seamus Gleason: drums
  • Chalice Blood: vocals

Voto medio utenti

Con un titolo che mi ha riportato alla mente a quel lavoro dei Sepultura del lontano 2013, ecco ripresentarsi i Kill Ritual con il nuovo lavoro 'Kill Star Black Mark Dead Hand Pierced Heart', sesta pubblicazione in ormai 12 anni on the road. Carriera che, diciamolo, non è mai stata costellata da una line up veramente stabile, e che vede nel solo chitarrista Steve Rice l'unico membro ancora presente dalla formazione. Nonostante ciò, la band è sempre riuscita nell'intento di realizzare album dal sapore thrash retrò mischiato con un po' di melodia e ammodernamento nelle sonorità.

E come avevo già avevo avuto modo di esprimermi sul precedente EP 'Thy Will Be Done', che potete leggere qui, anche in questo caso la situazione non è così differente. Semmai, la band decide per un po' di lasciare quei riff thrash che molte volte suonavano eccessivamente finti nel loro voler sembrare pesanti presenti nelle loro pubblicazioni precedenti, per fare molto più spazio ad aperture melodiche dettata anche dalla voce versatile di Chalice Blood.

Immagine

[Foto fornita nel comunicato stampa, a cura del fotografo Bryce Cain]

Se infatti da una parte abbiamo le prime due canzoni, 'By The Hand Of God' e 'The Whore Of War', che si basano molto sull'old school, dall'altra vi sono pezzi come 'Can You See Us Now' che ricordano da lontano quel Power Metal di fine anni 80'/inizio anni 90', stile Armored Saint e Vicious Rumors che favorisce sia un ascolto più gradevole dei singoli pezzi, che una loro resa live decisamente efficace. La Titletrack si muove su un riff non proprio originalissimo, ma dà la carica giusta per tenere alta l'attenzione di chi ascolta, e non perderlo per la doppietta finale dove con 'The Devil, the Mist, the Flame', la canzone più lunga del disco che nulla aggiunge e nulla toglie, si chiude questo full length.

I Kill Ritual confermano dunque il loro stato, dando alle stampe un ulteriore tassello a quella che di fatto è una carriera costellata da album sempre efficienti e mai insufficienti, e dove 'Kill Star Black Mark Dead Hand Pierced Heart' può entrarvi senza particolari guizzi ma neanche demeriti.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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