Secondo full length per i finlandesi
Mastord, band di cui trovare quale info in rete è cosa ardua, figurarsi aspettare quale bio o press dalla casa discografica, niente, quindi fatevi bastare nome,
link alla pagina facebook e qualche altra info reperita qua e là. Detto ciò, vi presento il nuovo album della band, "
To Whom Bow Even The Trees" (premio '
titolo facilmente memorizzabile' 2021), che ci presenta questo five-piece alle prese con un prog metal di buona fattura, ben suonato e che in certi momenti, come nella muscolosa "
Mediocre" o in "
Going Down", mi ha ricordato davvero tanto i Dream Theater, eccezion fatta per la voce di
Markku Pihlaja, che è diversa nel timbro e che ha un'estensione che supera la mezza ottava...
Ma in realtà, l'
allure dreamtheateriano è solo una delle fonti di ispirazione della band, e neanche la più predominante; ogni brano, infatti, prende strade e soluzioni di arrangiamento diverse, ricordandomi ora gli Haken, ora qualcosa di più malinconico e lamentoso, e talvolta (soprattutto nelle linee vocali) anche i Myrath e/o altre suggestioni orientaleggianti. Il tutto in un calderone niente male, e con una produzione molto buona che mette bene in luce le innegabili capacità tecniche del quintetto, che non esagera mai (dote rarisssssssssssima) e che lascia che le canzoni, con calma, sfoggino la loro bontà e la perizia allo strumento dei nostri.
Qualche dubbio per quanto riguarda l'orecchiabilità o l'originalità dei brani, che peccano forse proprio in alcune linee vocali, ma tutto sommato questo "TWBETT" è un album davvero interessante, da parte di una band poco conosciuta, ma composta da musicisti obiettivamente davvero bravi e preparati. Dategli un ascolto.
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