Technotheism é una torta multistrato, multi-emulsione, multi-nutrienti e multi-effetti. Mentre quella di nonna va bene sempre, dopo i pasti e a colazione, persino nella schiscetta, questa va introdotta senza fette: tutta d'un fiato, a mestolate. È la cosa piú distante dallo spaghetto pachino.
Non preoccupatevi dei carboidrati perché é dolce senza contenerne "troppi". Vari bias sostituiscono gli ingredienti industriali.
Ci sono le arti orchestrali - surrogate in pochi elementi - quelle sonore, le "retoriche" (visioni remote di tecno-lotte per governare la Terra -) e poi c'é la composizione su software e vari modi canori.
Gli equilibri spaziano dal Giappone alla Svizzera, passando per minuscole lanterne elettrowave sparigliate nel tempo e nelle periferie.
"Tecnoteismo" va nella direzione della liberazione del pianeta, ancora attraverso la guerra, o é la direzione contro intuitiva che ha condotto Nietzsche nella follia eterna?
I nostri performano molto e pronunciano in modo nitido: zero protesi in bocca, sillabe troppo spigolose o quei latinismi eccessivi. Inoltre mi pare che il testuale sia pensato a bmp: woooooo!!
Non ci sono sfuriate tanto-x (né strumentali né gutturali).
Le costanti sfumature sono organiche: pochi barocchismi ridondanti.
Pregi e difetti non si rincorrono, i secondi riguardano delle ampollositá dei suoni stessi. Alcuni hanno una scorza di troppo che fanno confondere il veicolo su cui stanno con l'essenza che portano.
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