Interessantissimo terzo album per i canadesi
Osyron, che in soli 29 minuti riescono a concentrare un bel mix di Symphony X, Queensryche, qualche apertura orientaleggiante, una voce che prende direzioni impreviste (a volte mi sembra addirittura David Draiman dei Disturbed, a volte è morbida e vellutata, come all'inizio di "
Battle of the Thames") e molto altro... Il tutto, in una sorta di mini concept sul periodo coloniale canadese, con le tante battaglie con i nativi, i francesi, gli inglesi, e tutte le vicissitudini dietro alla nascita di una delle mie nazioni preferite al mondo. Restando alla musica, l'album è autoprodotto ma suona molto bene, in cuffia si sente la cura e l'attenzione al suono; le composizioni sono decisamente interessanti, a partire dal granitico mid-tempo di "
The Cross", proseguendo per la più proggy "
Ignite", che non manca di inserire momenti contaminati, seppur molto soggettivi come fruibilità; prosegue la succitata "
Battle of the Thames", un pezzo epico, in punta di acustica e poi una sorta di inno alla frontiera, con la sua aura di leggenda e di storia.
La tracklist prosegue con "
The Ones Below", dal sound più hard'n'heavy, per poi concludersi con la title-track, un brano lungo e complicato, che parte in punta di chitarra acustica per poi svilupparsi in un brano drammatico, metallico, piacevolmente contorto e mai banale.
Cercando in rete, tra l'altro, ho trovato una loro versione dell'inno canadese, che pare abbia avuto un enorme successo (vinci facile, l'inno canadese è fighissimo), ed anche una cover di una certa "
Queen of the Reich" di una certa band di Seattle, non so se conoscete... Dategli un'occhiata!
Conclusione: gli
Osyron hanno fatto un album brevino ma molto interessante, contaminato con intelligenza e non scontato. Ci sono ancora piccole incertezze e scelte di gusto soggettive, e forse manca un pizzico di coesione interna nelle songs, ma di sicuro è un album che si fa ascoltare eccome, e che trasuda amore per la madre patria dalla foglia d'acero.
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