Giunti al loro decimo anno d’attività, i danesi
Manticora piazzano l'ennesimo buon lavoro. Non può, infatti, essere definito altrimenti questo "The Black Circus Part 1 - Letters", quinto album nel loro carniere, dove i Manticora non si allontano poi molto da quanto proposto in passato. Ancora un concept (le vicende stavolta vertono su un circo itinerante e proseguiranno sul prossimo disco...) e nuovamente una manciata di ottime canzoni, inframmezzate da diversi interludi, che testimoniano la classe della formazione danese.
Un tessuto sonoro articolato e cangiante, in grado di partire dal Power Metal (sicuramente ancora lo zoccolo duro della loro proposta) per spingersi a spunti Thrash e Progressive, che i Manticora sanno rendere drammatici, intensi, teatrali e, se serve, melodici e suggestivi, accostabili in questo al genio compositivo di King Diamond. Rispetto al precedente ed eccellente "8 Deadly Sins", risulta poi decisamente meno marcata l'influenza dei Blind Guardian, ovviamente grazie agli evidenti sforzi nel songwriting e negli arrangiamenti che stanno alla base del nuovo disco, sebbene rimanga inevitabile l'accostamento tra Lars Larsen e Hansi Kürsch.
Ascoltando l’album, si fa certamente notare la stupenda "Freakshow", una semiballad malinconica ben orchestrata e giocata sulle chitarre acustiche, dove ritroviamo un eccezionale Lars Larsen. E come non lasciarsi travolgere dall'impeto della titletrack o di "Gypsies Dance pt.1". I", un vero massacro sonoro, sospinte in maniera egregia dalla sezione ritmica ed accompagnate da degli intrecci vocali che non possono che ricordare gli appena citati Blind Guardian. "Enchanted Mind" è invece un brano coraggioso e difficile, dove i Manticora mischiano con scioltezza ritmiche thrashy a passaggi Prog ed intuizioni Jazz. E’ una voce femminile ad aprire la vivace "Wisdom" ed a duettare poi con un Lars Larsen che su questo pezzo mette in mostra tutta la propria versatilità, svariando dai più toni profondi e caldi sino ad uno screaming aggressivo.
"Disciples of the Entities" chiude infine nel migliore dei modi l'album, una bella galoppata dall'insistito ed avvincente guitarwork, una canzone che richiama parecchio le atmosfere del precedente disco dei Manticora.
Lavoro tutt'altro che banale e superficiale, "The Black Circus" è l'ottima prosecuzione di "8 Deadly Sins" ed allo stesso tempo l'ennesima dimostrazione di come anche il Power Metal sappia (e possa...) evolversi!
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