Sicuri come la morte, a distanza di due anni tornano sulle scene i danesi
Baest, con il loro death metal ferocissimo e sempre più personale.
Due anni fa licenziai il precedente “
Vanenum” come un disco molto buono ma a cui “mancava quel qualcosa in più”. Quel indefinito “qualcosa in più” pare sia arrivato.
Magari grazie al “mito del terzo disco”, quello secondo il quale il terzo full-lenght di una band è quello che le fa guadagnare un biglietto per l’olimpo o per il tartaro, i
Baest si sono messi in testa che DOVEVANO fare il loro disco migliore. Così è stato, senza tanti fronzoli, Necro Sapiens presenta una band consapevole e matura, che è stata in grado di capire quali erano gli spigoli, le pecche dei due album precedenti e limarle in modo tale da perfezionare la propria proposta. I
Baest sono stati anche in grado di personalizzare ulteriormente il proprio sound, caotico e profondo, il proprio stile, un perfetto mix tra
Morbid Angel,
Immolation e
Cadaver.
La maturazione della band si nota sin dalla Title-track, un brano variegato, “melodico” e incisivo dalle tinte sci-fi. Infatti sotto una maschera di Gore, splatter, sbudellamenti e cose allegre, tipiche del death metal, si nasconde un’anima e un essenza cosmica, spaziale e siderale. Questa tendenza verso melodie, riff e strutture alienanti è lampante in brani come “
Abattoir”, “
Genesis”, “
Purification Through Mutilation”, “
Czar” e altre.
Qualche sprazzo di “epicità maligna”, un po’ “boltthrowerosa” lo possiamo scorgere in “
Goregasm”, che come anticipa il titolo, è godimento allo stato brado, senza dubbio una delle migliori tracce dell’album.
Come non parlare della stupenda copertina? Copertina che incarna a pieno il senso di orrore cosmico, che può anche ricordare uno degli Dèi del Chaos presenti nel warp dell’universo di WharHammer (cosa di cui non ho trovato conferma). Un dettaglio, la terminazione lo scettro destro, ci fa intuire anche l’ispirazione Lovecraftiana dell’intera opera.
Nei suoi 45 minuti di durata “
Necro Sapiens” trasmette una sensazione: Disperazione, ed è la sensazione giusta. Apparte gli scherzi, questo davvero per i
Baest è il disco della consacrazione, uno dei dischi death metal del 2021.
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