Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:52 min.
Etichetta: Independent

Tracklist

  1. OBRA DINN
  2. ADAMASTOR
  3. SIRENS
  4. SHIPWRECKED
  5. DARK CORNERS OF THE OCEAN
  6. PAARDENMARKT

Line up

  • Ignacio Elías Rosner: vocals, multiple instruments, programming
  • Nuno Lourenço: vocals, multiple instruments, programming
  • Lennart Janssen: vocals, multiple instruments, programming

Voto medio utenti

Gli Ahab nel funeral, i Running Wild nel classic, gli Alestorm nel power folk, i Legend Of The Seagullmen nel... ehm, diciamo hard doom prog? Insomma, quello che è…
…e da oggi aggiungiamo al novero delle band d’ispirazione tematica marinaresca i Thermohaline.

Già, ma in quale corrente del mare magnum del metal li inseriamo?
Direi, senza eccessivi tentennamenti, nel black, benché sia opportuno svolgere qualche distinguo... ma in fondo son qua per questo, no?
La proposta della compagine belga / brasiliana, in effetti, naviga in acque ben lungi da quelle comunemente battute, e preferisce piuttosto avventurarsi negli angoli più remoti delle mappe nautiche.

Uscendo di metafora prima di scadere nello stucchevole, è bene sottolineare quanto personale e sui generis suoni il debut dei Nostri.
Un debut in cui noise, blackened death, avantgarde, post, industrial, allucinati sample ed iniezioni di melodia malata si uniscono in un impuro gorgo, reso ancor più instabile da un’indemoniata drum machine e da brani lunghi e pressoché privi di struttura.

La sensazione, soprattutto durante i primi passaggi nello stereo, è di forte disorientamento: sembra davvero di trovarsi in mare aperto mentre infuria la tempesta, sballottati da onde e correnti, alla mercé di arcane creature marine di lovecraftiana memoria che emergono da insondabili abissi.
Si badi: l'effetto spaesamento appena descritto, come evidente sin dal titolo dell'opera [Maelström: nome dato, soprattutto in opere letterarie, a fenomeni del Mare del Nord, ove si formano fortissime correnti di marea cui si attribuiva il potere di risucchiare e distruggere ogni nave che si trovasse a passare entro un certo raggio di distanza], è un preciso obiettivo del trio, che con notevole lungimiranza definisce il proprio sound “nautical dementia”.

I Thermohaline, dunque, sono ben consapevoli di rivolgersi ad un pubblico di nicchia, che può vantare dimestichezza con gli incubi ad occhi aperti partoriti da acts quali Deathspell Omega, Portal, Anaal Nathrakh, Gnaw Their Tongues, Dødheimsgard, Aevangelist, Blut Aus Nord, e a cui viene chiesto d’imbarcarsi in una traversata sonora alienante e perigliosa.
Io, per quel che può contare, al netto di alcune asperità eccessive (“Dark Corners of the Ocean”) e passaggi sin troppo inclini al rumorismo (“Adamastor”), reputo “Maelström” un punto di partenza interessantissimo per una formazione tanto giovane quanto talentuosa, che potrà regalare ai più temerari gemme underground di vorticosa oscurità per molti anni a venire.

Liberate il Kraken -a vostro rischio e pericolo-…
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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