Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:27 min.
Etichetta:Indipendente

Tracklist

  1. VICTIMS
  2. WAR
  3. RAMPAGE
  4. BLOOD
  5. GENOCIDE
  6. STRANGLED
  7. HUNTER
  8. FLESH
  9. EAR TO EAR

Line up

  • Brendon Capriotti: vocals, guitars
  • Ian Binet: guitars
  • Ashley Large: drums

Voto medio utenti

Composto da ragazzi già parte di gruppi attivi da oltre 15 anni nella scena melodeath australiana quali Claim The Throne e Red Descending, il trio The Harvest Trail ad un anno dai primi vagiti si autoproduce il debut album "Instinct".
Conoscendo il bacino di provenienza di Ian Binet (chitarra), Brendon Capriotti (voce e chitarra) e Ashley Large (batteria) non mi aspettavo grandi sorprese da questo full length in fatto di sonorità, ed infatti le coordinate lungo le quali si muovono le 9 tracce sono riconducibili al death melodico scandinavo degli anni 90, ma ciò non toglie nulla alla bontà complessiva del risultato.

Basando le proprie tematiche su fatti di cronaca criminale realmente accaduti in Australia, "Instinct" regala meno di 30 minuti di riffs ultra aggressivi, parti vocali ringhianti e furibonde, violente melodie e drumming serratissimo che hanno fatto la fortuna di monumenti del genere quali At the Gates e Soilwork "Steelbath Suicide"-era.
I nostri infatti, a partire dai titoli delle canzoni composti praticamente in toto da un'unica parola ("Ear to Ear" la sola eccezione) sino ad arrivare alla ridotta durata dei brani (7 su 9 durano meno di 3 minuti), puntano sull'effetto "manata piazzata in piena faccia" concedendo pochissimo alle divagazioni per far leva su aggressività, furia, riffing serratissimo e parti di batteria costantemente in up-tempo.
Il risultato è un disco da ascoltare quasi in apnea, in costante tensione, un incedere frenetico ed ipercinetico che induce quasi senza volerlo ad un solitario e costante headbanging.

"Instinct" è un disco che, seppure con le inevitabili immaturità (mi piacerebbe ascoltarli con un suono più grasso e pieno in futuro), mostra una sincerità ed una devozione allo spirito del genere davvero ammirevoli.
Ed io premierò sempre la volontà di non omologarsi al "plastic-metal" tanto in voga in questi sciagurati tempi.
Più The Harvest Trail, meno xxxxxxx (nome-a-caso di band posticcia), grazie!

The Harvest Trail - "Strangled"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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