A pochi mesi dalla pubblicazione di
“Bestie, Uomini e Dèi”, ecco arrivare il nuovo album solista di
Gabriele Manzini, tastierista degli
Ubi Maior nonché artefice del progetto
Archangel.
“Third Warning” è un riuscito album di rock progressivo moderno che non teme il confronto con il passato. L’iniziale
“Technological Angiush” trae in inganno con le sue atmosfere oscure a cavallo tra Jacula, David Sylvian e certe cose di Alan Parsons, preludendo alla più canonica
“Metal Into Brain”, che profuma di Marillion, IQ e Pendragon. In
“The Last Days Of Beauty” c’è qualcosa dei Pink Floyd post-Waters (merito, forse, dei bassi profondissimi simil-Taurus), mentre si torna a spingere sull’acceleratore con la successiva
“Thetis”, dalle armonie drammatiche di scuola Tony Banks.
“The End Of The World” è ancora più muscolare - con tanto di coda “heavy” - e anticipa un episodio di matrice epica/sinfonica (
“Storm Over St. Andrew's Churchyard”) impreziosito da un assolo di Hammond degno di Ken Hensley.
“Circle Of Life”, a cavallo tra Genesis e Steven Wilson, sfocia nel lungo tour-de-force musicale intitolato
“When The Eagle Hung His Head” in cui emerge la passione del tastierista italiano per il folk.
Un ennesimo motivo di orgoglio nazionale.
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