Con un
sensale come
Tracy G. (Dio, WWIII) e
curricula di livello (collaborazioni con
David Ellefson,
Ray Luzier,
Tim Gaines,
Mark Kendall,
Jimi Bell, …)
J. Adler e
Paul Alfery, riuniti sotto la denominazione collettiva
Walk The Walk, debuttano per la
AOR Heaven con l’intento di celebrare la loro passione per l’
arena-rock degli anni ottanta e il risultato è tutt’altro che malvagio.
In tempi di “nostalgie” diffuse il rischio è di apparire troppo didascalici e plastificati, e invece “
Walk the walk” piace per la qualità delle composizioni e per la sensazione di genuinità che trasmette, pur senza nascondere nemmeno per un secondo la sua spiccata devozione per i maestri del settore.
Danger Danger, Def Leppard, Bon Jovi, Motley Crue e Warrant appaiono così il carburante con cui I nostri alimentano il loro motore sonico ruggente e sbarazzino, per un programma in cui la logora metafora automobilistica appare comunque pienamente appropriata.
Non è difficile, infatti, durante l’ascolto della Winger-
iana “
Heaven’s on its way down”, immaginarsi sfrecciare con i capelli al vento su un'asssolata
freeway americana a bordo di una fiammante decapottabile, vedendo cancellati in un sol colpo le “zone rosse”, il traffico delle nostre metropoli e i limiti “tecnici” delle nostre utilitarie (e magari pure delle nostre condizioni tricologiche contingenti!).
Sarà una reazione puerile, ma personalmente questa “roba” mi mette di buon umore, e la successiva “
Running from you”, qualcosa tra Bon Jovi e
Alice Cooper non fa che incentivare ulteriormente la benevola percezione, al pari di una “
Are you there”, che addolcisce i toni alla maniera di Firehouse e di certi Danger Danger.
Chi apprezza sonorità maggiormente incalzanti e “stradaiole” troverà adeguato conforto in “
Two miles to go” e "
Fight on your feet”, a quelli che non resistono di fronte ad un
anthem da cantare a squarciagola è dedicata “
Find the light” (una disinvolta appartenente alla ricca progenie di “
You give love a bad name” ...), mentre, dopo la gradevole spigliatezza vagamente Poison-
esca di “
Get busy livin’”, con “
Move on” i
Walk The Walk mostrano il loro lato più “cromato” evocando nella memoria Keel, King Kobra e Ratt.
La melodia accattivante di “
Never been to California” conferma il buongusto espressivo di un “gruppo” assai abile nel muoversi all’interno dei confini del “già sentito” e lo stesso si può affermare al cospetto di “
Getaway”, efficace traslitterazione dei nobili insegnamenti impartiti da Def Leppard e Trixter.
Un tributo agli
eighties, forse poco “caratterizzato” e tuttavia assai ben fatto, è quello che troverete dunque in “
Walk the walk” … a voi decidere se può essere sufficiente per evitare di rivolgersi ancora una volta a chi certe cose le ha “inventate” e divulgate con successo in tutto il globo terracqueo.
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