Ormai rifarsi al passato è passato dall’essere una moda passeggera ad una precisa scelta di vita da parte di numerosissime band che affollano il panorama death metal mondiale.
La maggior parte di queste band vivono più che dignitosamente nel sottobosco underground, una buona fetta approda ad appassionate etichette di piccolo e medio livello che garantiscono loro una discreta copertura mentre a poche fortunate capita di finire sotto contratto con label di primo livello.
E’ questo il caso degli statunitensi
Sanguisugabogg che si sono accasati direttamente presso la
Century Media pur avendo alle spalle un solo demo uscito nel 2019 e che attraverso l’etichetta tedesca han da poco dato alle stampe il debutto
“Tortured whole”.
Che dire di questo disco?
La band si produce in un death metal marcio e putrido, legato con doppio filo di sutura alla scena americana dei primi anni 90 in cui abbondano i riferimenti ai vecchissimi
Cannibal Corpse, Mortician ma soprattutto ai
Broken Hope dell’epoca
“Swamped in gore” e
“The bowels of repugnance” in cui abbondano i midtempo doomeggianti sostenuti dalle frequenze di un basso grasso e pieno e con liriche che si rifanno alle produzioni di film splatter di serie B.
“Tortured whole” parte ben
e, “Menstrual envy”, “Dragged by a truck” e
“Dead as shit” sono anche divertenti da ascoltare, ma man mano che il minutaggio a disposizione del quartetto sale, in maniera direttamente proporzionale sale anche la sensazione di un ripetitivo abuso degli stessi schemi realizzativi da parte del gruppo rendendo nel suo complesso il cd piuttosto monotono, prevedibile e poco memorabile.
Per arrivare ai livelli superiori – tipo
Devourment per intenderci - c’è ancora parecchia strada da fare.
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