Legendry - Mists of Time (Reissue)

Copertina 5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:55 min.
Etichetta:High Roller Records
Distribuzione:Soulfood

Tracklist

  1. CIMMERIA
  2. FOR METAL, WE RIDE
  3. ANCESTORS' WRATH
  4. PHOENIX ON THE BLADE
  5. ATTACK OF THE NECROMANCER
  6. MISTS OF TIME
  7. NECROPOLIS (MANILLA ROAD COVER)
  8. WINDS OF HYBORIA

Line up

  • Kicker: drums, percussion
  • Vidarr: bass, guitars, vocals
  • Drea: keyboards (guest tracks 4, 5)

Voto medio utenti

Anno particolarmente intenso questo per la cult label tedesca High Roller Records, nevvero? Alla folta lista di ristampe in Lp a fine marzo è uscito il il debut album degli americani Legendry, pubblicato in formato cd nel 2016.
Questa band proveniente da Pittsburgh, in Pennsylvania dopo aver ascoltato questi solchi, possiamo benissimo affermare senza alcun timore di smentita che pare essere cresciuta a pane e Manilla Road. In effetti i fattori che rimandano alla band del compianto Mark Shelton sono parecchi.
A volte mi viene quasi da chiedere quando l’ispirazione sconfini nel plagio, ma tant’è: troviamo una voce singolare (e nemmeno tanto potente a dire il vero…), canzoni dal minutaggio più o meno corposo con ampie parti strumentali e lunghi assoli di chitarra, produzione deficitaria… insomma, i Legendry sono dei veri e propri discepoli di Mark “The Shark” Shelton, senza però aimè averne la stessa caratura artistica. E oltre a copiare (a volte bene, molto spesso maluccio), fanno poco altro i nostri.

“For Metal We Ride” se fosse stata cantata da un altro cantante sarebbe stato un inno da corna al cielo tra l’intro acustica, le linee melodiche azzeccate e i versi “We fight for our glory, we fight for our pride, Heavy Metal tells our story, for metal we will ride”.
“Ancestors Wrath” è un altro pezzo discreto con i suoi riff megalitici, anche se alla fine ha una certa banalità di fondo, con gli acuti del cantante (pochi per fortuna) a dir poco comici!
“Attack of the Necromancer” risulta essere quasi un pezzo da 90 (se non fosse per cantante e produzione) con le iniziali percussioni orientali con tanto di tabla, una lunga coda strumentale ammaliante con tanto di finale monolitico e poi incalzante. Quasi non ci si riesce a credere, visto il livello decisamente più basso del resto della tracklist, tra un omaggio discreto ai Manilla Road con la mitologica “Necropolis”, le lunghe e prolisse “Mists of Time” e “Winds of Hyboria” che se avessero avuto un minutaggio più snello sarebbero state ben più apprezzabili.

Dietro ad un’apprezzabile cover colorata e selvaggia, alla solita qualità delle edizioni fisiche della High Roller Records si cela un album traballante e trascurabile, con alcune belle idee ma anche una forte crisi di identità. In più come se non bastasse la registrazione è a livelli quasi da demo casalinga con i suoni ovattati e impastati che fanno perdere la grinta che c’è in mezzo, con la bara chiusa definitivamente da un singer per niente all’altezza della situazione che mi dispiace dirlo, ma ho trovato quasi imbarazzante per timbro, espressività e potenza.
Risparmiate i vostri soldi per altre ristampe, nella speranza che l’ottima High Roller Records torni a puntare su qualcosa di ben più sostanzioso!
Recensione a cura di Seba Dall

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 apr 2021 alle 16:32

E' il primo guerriero di Cimmeria che vedo con le maniglie dell'amore...(:

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