Questo degli Aggravator è il classico esempio di come NON dovrebbe essere affrontato un album di thrash revival! Perché dico ciò? Ve lo spiego…
L’album è violento, è suonato bene, è prodotto discretamente… E allora dov’è il problema, direte voi? Beh, è semplice: gli Aggravator mancano di personalità!

Mi è capitato di recensire spesso, negli ultimi anni, gruppi devoti al sacro verbo dell’eighties thrash metal… Alcune volte è andata benissimo, altre un po’ meno, altre ancora decisamente male. Questo perché non basta riproporre pedissequamente lo schema trito e ritrito e perfettamente funzionante messo in atto dalle grandi band del passato.

“Unseen repulsion” è un EP che vi fa scapocciare pesantemente se siete dei veri thrash maniacs, perché è un concentrato di violenza e intransigenza, di tupa-tupa sparati a mille e vocals violente, però gli manca una cosa fondamentale, come già sottolineato in apertura: la personalità! È questo che fa la differenza tra un ottimo album e un copia-incolla, quando si parla di revival.

Torno a ripetere, se volete rompervi l’osso del collo al ritmo forsennato dei tupa-tupa, qui troverete senz’altro pane per i vostri denti. Se però vi ponete la domanda: “Perché dovrei ascoltare questo disco al posto di “Haunting the chapel”, “The plague” o “Expurse of sodomy”?”, giusto per restare in ambito EP, beh, io non ho la risposta pronta per voi, mi spiace…

Semplicemente gli Aggravator devono ancora crescere parecchio, almeno dal punto di vista compositivo e della personalità, se vogliono riuscire a farsi spazio, a furia di spallate, nell’intasatissimo panorama thrash metal mondiale… Per ora bene, ma c’è assolutamente da migliorare e, soprattutto, c’è decisamente di meglio in giro…