La situazione è spinosa... adoro gli
FM, li seguo con assidua fedeltà fin dalla loro prima apparizione artistica e considero (anche per questioni squisitamente “affettive” e nostalgiche ...) “
Tough it out” l’apice di una discografia pressoché inattaccabile.
D’altra parte, però, non amo molto i
live album “monografici” e anche questo profluvio d’incisioni dal vivo, pur ampiamente giustificato dal tormentato momento storico contingente, comincia a procurarmi qualche piccolo fastidio.
E allora, come accogliere questo “
Tough it out live” registrato durante il
tour celebrativo per i trent’anni del capolavoro prodotto dai britannici nel lontano (
sob ...) 1989?
Con una spiccata benevolenza che rasenta l’entusiasmo è l’unica risposta possibile, e per una serie di motivi che andrò, in breve e senza la pretesa di essere particolarmente “razionale”, a elencare qui di seguito.
Innanzi tutto perché il
songwriting (a cui ha contribuito pure un “certo”
Desmond Child) è stellare e non c’è davvero nemmeno un momento debole nell’intero programma, tra inni da cantare a squarciagola (la
title-track, “
Don’t stop”, “
Obsession”, “
Burning my heart down”, …) e gioiellini pregni di favolose melodie “adulte” (“
Someday”, che qualcuno ricorderà nella versione di
Mark Free e poi “
Everytime I think of you”, “
Bad luck”, “
Can you hear me calling”, ...).
Poi perché gli
FM attuali non hanno nulla da invidiare a quelli dell’ottantanove, aggiungendo una bella dose di brillante maturità a una
verve e ad una tensione interpretativa non tanto inferiori all’esuberanza giovanile con cui si prefissavano di conquistare il pubblico di riferimento.
E infine perché il tutto è completato da un secondo
Cd pieno di pezzi altrettanto belli e vitali (cito solo per dovere di cronaca la
cover di “
I heard it through the grapevine”, portata al successo da
Marvin Gaye e magistralmente interpretata da
Overland), raramente suonati nelle esibizioni dei nostri e pertanto utili a ingolosire ulteriormente tutti i buongustai del
rock n’ roll, compresi quelli che sostengono da tempo immemore la formazione più “radiofonica” del Regno Unito.
Insomma, quando la musica è emozionante, dimostra di non avere età e chi la suona sembra aver stipulato un “patto” grazie al quale appare estraneo a ogni forma di decadenza espressiva, non rimane che procurarsi quanto prima “
Tough it out live” e goderne dalla prima all’ultima nota, accantonando per un momento ogni sofisma e le pur legittime considerazioni su come l’industria del disco sta cercando di affrontare una crisi strutturale, complicata dall’assenza dei concerti.
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