Nato durante i tormentati mesi di isolamento dello scorso anno, dietro al progetto
Turris Eburnea troviamo due talentuosi musicisti appassionati dalla sperimentazione all’interno del death metal, ovvero
Gabriele Gramaglia, voce e alla chitarra (
Cosmic Putrefaction, Summit, The Clearing Path) e il bassista
Nicholas McMaster (
Krallice, Geryon, Edenic Past).
Il risultato di questa collaborazione è un intenso ed omonimo lavoro composto da quattro canzoni per poco più di venti minuti di ascolto in cui l’ascoltatore viene dapprima incuriosito e poi pian piano travolto dall’ordinato caos dissonante prodotto dal duo.
Il death metal dei
Turris Eburnea è cupo, sincopato, ossessivo, capace di evocare attraverso la musica immagini apocalittiche, maestose e disperate ma sempre con un occhio attento alla costruzione dei brani (v. l’inserimento fondamentale di break armonici) e senza scadere nel mero esercizio di stile fine a sé stesso specchiandosi nella propria abilità esecutiva ma soprattutto riuscendo a star ben alla larga dallo sfociare in momenti cacofonici.
Durante lo scorrer dei minuti ci verranno in mente i
Gorguts, i
Death più sperimentali fino ad arrivare agli australiani
StarGazer per poi sfuggirci lasciandoci nelle ramificazioni delle linee di chitarra e basso create dai
Turris Eburnea.
Il progetto è decisamente ambizioso e sarebbe davvero un peccato se si fermasse ai quattro pezzi di questo EP, quali altri incubi potrebbero partorire i
Turris Eburnea con più spazio a disposizione?
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